«L'intesa alla Radici Tessuti è un punto di partenza»

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Data pubblicazione: 

30/07/2005
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Si sono svolte nei giorni scorsi le assemblee dei lavoratori della Radici Tessuti a Isola Dovarese (Cremona), Gandino e Lallio per presentare l'ipotesi di accordo sulla riorganizzazione. Saranno chiesti da agosto un anno di cassa integrazione straordinaria per crisi per un massimo di 99 dipendenti allo stabilimento di Isola Dovarese che cessa l'attività e due anni di Cig straordinaria per riorganizzazione a Gandino e Lallio per un massimo di 106 persone.
Mimma Pelleriti, segretario generale aggiunto della Femca-Cisl di Bergamo, in una nota commenta: «I lavoratori nelle assemblee hanno compreso che il risultato della trattativa è un accordo che esprime una condizione di solidarietà per tutti i dipendenti dei tre siti produttivi e che definisce le diverse modalità di intervento in relazione alla diversità dei bisogni delle tre realtà del gruppo. Questo è stato possibile attraverso un lavoro attento che le parti hanno svolto, avendo cura di non mortificare le diverse necessità e del fatto che si dovessero ricercare soluzioni che potessero rispondere al bisogno immediato di tutela per gli esuberi e alla necessità di creare le condizioni per il rilancio dei due siti produttivi di Lallio e Gandino».
«L'obiettivo principale - prosegue Pelleriti - è stato raggiunto attraverso la richiesta di due anni di cassa integrazione straordinaria: questo, in primo luogo, dà la possibilità di avviare un percorso per gli esuberi che saranno coinvolti in progetti di ricollocazione gestiti in sinergia con la Provincia o promossi dall'azienda: lo scopo è di non lasciare sole le persone nel percorso di ricollocazione e non di offrire puro assistenzialismo». Rispetto al futuro, aggiunge, «la preoccupazione resta perché c'è ancora molto da fare, non è finita qui, c'è un secondo obiettivo che deve essere ancora raggiunto, ed è quello del rilancio nei prossimi due anni: condizione determinante per la continuità delle due aziende di Lallio e Gandino». Pelleriti ricorda infine che c'è anche «una sfida più grande che è quella di attivare politiche finalizzate al mantenimento di un settore che ha segnato la storia dell'industria in modo significativo nella nostra provincia».

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