«Possibile? Proprio al prevosto, appena arrivato?». Domande che ricorrono fra l'incredulo e il dispiaciuto alla notizia, un paio di settimane fa, del furto della bicicletta di don Innocente Chiodi, parroco di Gandino dallo scorso settembre.
Lui aveva abbozzato con il consueto sorriso gioviale, dandosi (a dispetto del nome) anche qualche colpa. La bicicletta in effetti era rimasta fuori dall'oratorio per un'intera notte, perché il parroco era rientrato in canonica a piedi, intento a conversare con alcuni parrocchiani. All'indomani, al momento di recuperarla, la sorpresa: qualcuno ha visto la bicicletta e ha pensato di metterla a riparo… a casa propria. Il parroco si mostra sereno, l'idea di una denuncia gli pare fuori luogo. In paese il passaparola è immediato: lui parte comunque per il viaggio in Terra Santa (lì ci vuole l'aereo) e in oratorio appare un cartellone con un appello: riportate la bicicletta, facciamo tornare felice don Innocente. Ad accompagnare l'invito una bella foto del parroco sui pedali, intento a guidare il plotone di parrocchiani in occasione del pellegrinaggio autunnale a Villa di Serio. Durante il «Don Bosco Show» preparato dai ragazzi in teatro, il curato improvvisa un'intervista al parroco, sullo stile dei dialoghi di Celentano. Emerge tanta gioia per questi primi mesi ricchi di entusiasmo, ma torna ovviamente anche il pensiero per la bicicletta.
Il mattino successivo la sorpresa è al cimitero, forse perché la speranza … è l'ultima a morire.
Un alpino nota una bici appoggiata all'ingresso. La voce si sparge, le prime conferme arrivano dai bambini che avrebbero riconosciuto fra un milione la Bianchi del prevosto. Anche le nonne di «Messa prima» danno conferme. Don Innocente viene avvisato e parte la festa, proprio nel giorno della processione di don Bosco. Per uno che sui pedali percorre le vie del Signore, ora è tutta discesa.
L'appello funziona, ritrovata la bici rubata al parroco
01-02-2011