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Dare nuovo impulso all’industria della lana bergamasca in Val Gandino con la prosecuzione dell’attività svolta fino ad oggi dalla “Manifattura Ariete Srl” in liquidazione, mediante la costituzione di una società cooperativa, in modo da preservare il patrimonio artigianale altamente specializzato e unico in tutta Italia, mantenere i posti di lavoro e creare un futuro per la Valle. Con questa premessa la cordata dei Cinque Comuni della Valle ha presentato alla Provincia di Bergamo il progetto di marketing territoriale della filiera km 0 “Val Gandino Smart Land” che finanzierà con 10 mila euro.
“Cerchiamo di fare squadra per dare una mano alla Val Gandino e un futuro alla filiera della lana, un'attività che il territorio non può perdere. Il progetto che i Comuni hanno messo in campo è utile e innovativo, e abbiamo ritenuto fosse giusto finanziarlo, un impegno che per noi non si ferma qui”, dichiara il presidente della Provincia di Bergamo Matteo Rossi, che con lettera di intenti si è impegnato a sostenere il progetto e a sensibilizzare il pubblico all’iniziativa invitandolo a sottoscrivere una quota di capitale sociale. La Val Gandino è storicamente legata alla produzione ed elaborazione della lana. A pochi passi della chiesa di Sant’Elisabetta, a Peia, si trova l’imbocco della Via della Lana”, la secolare mulattiera, varco verso i ricchi mercati mitteleuropei del fiorente commercio dei pregiati pannilana prodotti in Valle.Il progetto messo in campo dai Comuni, le associazioni del territorio (di promozione e tutela del pastoralismo e di valorizzazione locale) e i Musei, memori del trascorso di 800 anni di sapere nel tessile, attinge dalla storia per infondere nuova linfa alla residua filiera produttiva della lana dando una identità, uno scopo e un brand con il marchio “Lana della Val Gandino”.
Il progetto verrà attuato dalla rete distrettuale che sarà costituita tra imprese e comunità locali. Il minimo comune denominatore del progetto è quindi la storia della valle e dei suoi abitanti. "Puntiamo a un progetto imprenditoriale di rivalutazione della filiera produttiva legata alla lana, dalle attività tradizionali, come l'allevamento ovino, la produzione e commercializzazione dei prodotti, a quelle più innovative come la creazione di linee di alta moda con un marchio che metterà insieme il territorio, il pubblico e il privato", spiega Filippo Servalli, vicesindaco del Comune di Gandino e coordinatore del progetto. L’obiettivo, ampio e ambizioso, è di promuovere la storia locale, preservare gli ultimi saperi, valorizzare la lana e la carne della pecora bergamasca, investire nella formazione e valorizzazione di stilisti e di product manager locali. A tale scopo, nel corso dell’anno 2018 verrà costituita l’associazione “Omnes in Unum”, creata una collezione per un progetto moda “Donna e Uomo” e realizzata la “Casa della lana bergamasca” sulla storica “via della Lana”.
Inoltre si intende valorizzare dal punto di vista turistico-culinario la carne di pecora bergamasca con i prodotti tipici, mais spinato di Gandino e Fagiolo di Clusven, il tutto puntando su una campagna di comunicazione sui media del settore tessile moda.