La singolare gara si ripete dal 1931L'edizione di quest'anno è servita anche a festeggiare il centenario dell'Atalanta
La corsa delle uova, questo il nome della singolare gara che ha colorato ed animato la serata di venerdì scorso il paese di Gandino: una sfida, una scommessa, nata per scherzo da due ragazzi degli Anni Trenta.
Giovanni Bonazzi e Renzo Archetti avevano poco più di 18 anni nel 1931, quando idearono la divertente competizione: uno di loro avrebbe dovuto correre da Gandino a Fiorano al Serio e ritorno, il secondo avrebbe dovuto raccogliere cento uova senza romperle, una per una, disposte ad un metro l'una dall'altra, tornando ogni volta a portarle nel cesto dove venivano raccolte, posizionato al punto di partenza, comune ad entrambi gli “atleti”.
Un percorso di 12 chilometri per Archetti, vincitore della prima edizione, lo stesso che percorreva ogni giorno per recarsi al lavoro a Milano, apparentemente 100 metri per Bonazzi.
Una gara divertente, ideata perché la sera i due ragazzi andavano a raccogliere le uova per il giorno dopo e diventata un vero e proprio simbolo di Gandino che, negli anni, ha tramandato la tradizione. Moltissimi, infatti, coloro che assistono alle varie edizioni della competizione, curiosi di conoscere il vincitore. I partecipanti sono sempre ragazzi sui 18 anni: quest'anno i corridori sono stati Luca Lanfranchi, che ha raccolto le uova, e Mattia Lanfranchi, vincitore 2006, impegnato però questa volta nella corsa da Gandino a Fiorano: l'ha spuntata ancora lui.
Ulteriore occasione per festeggiare è stata data dal centenario dell'Atalanta, il cui gruppo di tifosi organizza dal 1980 la competizione: i soci dell'Atalanta Club Valgandino hanno infatti decorato il percorso delle uova con una livrea nerazzurra, a ricordo degli anni che il club festeggia, uguali al numero delle uova disposte sulla strada. Ma non è finita: i 200 del club hanno anche pensato di animare ulteriormente la gara con il remake dell'inno ufficiale della squadra, “Forza Atalanta”, incisa 23 anni fa da Enzo Conti, Beppe Guerini, Alessandro Poli e Marino Magrin.