In trent’anni la Lgl ne ha depositati più di 150Corriere.it
L’ultimo in ordine di tempo è stato registrato due mesi fa, a fine ottobre.
È un «alimentatore di filato positivo con controllo della tensione di alimentazione» che vede come inventore, oltre a Giovanni Pedrini, anche l’amministratore unico Pietro Zenoni. Sono oltre 150, in poco più di trent’anni di vita dell’azienda, nata nel 1982, i brevetti depositati dalla L.G.L. Electronics Spa di Gandino, produttore di alimentatori di filo per macchine per tessitura e per maglieria; in media cinque all’anno, a dimostrazione di come non sia necessario essere una grande multinazionale per fare ricerca. La L.G.L. prosegue infatti, anche in tempi non facili per il meccanotessile, il suo settore di competenza, un percorso di innovazione e di aggiornamento del know how aziendale che passa principalmente attraverso un patrimonio tecnologico in costante aggiornamento: «Ogni anno investiamo circa il 10% dei ricavi nella ricerca e sviluppo, divisione che impiega una decina dei nostri sessanta dipendenti - spiega Zenoni -; la gamma dei filati è enorme, e bisogna pensare a soluzioni diverse al di là del prodotto standard. Il deposito dei brevetti è necessario per tutelarci; non tutti si trasformano in un prodotto vero e proprio, ma ad oggi abbiamo un centinaio di brevetti validi sul mercato internazionale».
I disegni dei prototipi vengono realizzati a Gandino, così come il software; alcune operazioni di montaggio, relative ad esempio alla fusione e allo stampaggio in plastica, sono affidate in outsourcing ad altri fornitori, in modo da concentrare il lavoro interno sull’ideazione di nuovi brevetti, per poi assemblare il tutto in Val Seriana: «Il nostro prodotto, che preleva il filo dalla rocca per poi inviarlo alla macchina con una tensione programmata in funzione delle esigenze, necessita di continua sperimentazione e applicazioni speciali per rimanere al passo coi tempi», precisa Zenoni.
Questo approccio ha portato negli ultimi anni ad un aumento di ricavi costante, grazie anche all’apporto dalle altre due società controllate dal gruppo, la Elsy Srl di Gandino (montaggio automatico di componenti elettronici, dove lavorano 30 dipendenti) e la cinese Lgl Hangzhou, nata nel 2004 e che occupa una cinquantina di addetti. La stima di fatturato del gruppo per l’anno appena chiuso si aggira intorno ai 31 milioni di euro (di cui circa due terzi realizzati dalla casa madre), con un aumento del 10 per cento in media rispetto al 2012 e un confortante +33% negli ultimi quattro anni.
Buone prospettive, in particolare, dalla consociata cinese, che produce alimentatori specifici per il mercato asiatico e realizza alcune componenti meccaniche per gli alimentatori di filo che vengono poi assemblati a Gandino. I mercati esteri sono il punto di riferimento anche della casa madre, con l’80% dei ricavi realizzato in nazioni come Usa, Germania, Turchia e Inghilterra: «La percentuale di export è aumentata negli ultimi anni, grazie anche a una rete di distributori che garantiscono anche un service tecnico locale, oggi indispensabile per mantenere un rapporto continuativo con i nostri clienti - spiega Zenoni -.
Sia in Italia che all’estero vendiamo per il 60% a costruttori, mentre il restante 40% è realizzato tramite nostri interventi diretti nelle aziende che montano i nostri alimentatori per i vari aggiornamenti di sistema». Dopo un buon 2013, negli uffici di Gandino si prevede un primo semestre del 2014 ancora soddisfacente, con risvolti positivi di tipo occupazionale. Lo scorso anno la Lgl e la Elsy hanno infatti assunto infatti quattro giovani a tempo indeterminato, e altrettanti nuovi inserimenti sono previsti all’inizio del 2014. La crescita del gruppo è quindi legata a doppio filo alla lettura di un mercato asiatico come alleato e non concorrente, e soprattutto a una filosofia aziendale che fa del proprio patrimonio intellettuale un punto di forza: «Le innovazioni che caratterizzano gli ultimi brevetti depositati sono ancora top secret, ma posso assicurare che sono veramente interessanti», conclude Zenoni.