La Comunità dello spinato per tutelare un’eccellenza

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07/12/2013
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«Qui si fa sul serio».
C’era interesse, mercoledì scorso, alla prima assemblea pubblica della «Comunità del mais spinato di Gandino», fondata lo scorso 23 settembre, per la salvaguardia e la valorizzazione della varietà di mais che qui arrivò (primo luogo in Lombardia) nel 1632.
«La necessità di creare un’associazione autonoma – ha spiegato il neo presidente Filippo Servalli – conferma la crescita del progetto nato nel 2008 grazie a Comune e Pro loco, con l’appoggio scientifico dell’Unità di maiscultura di Bergamo».
Soci fondatori, oltre a Servalli, sono Giovanni Savoldelli, Antonio Rottigni, Lorenzo Aresi, Davide Rottigni e Giambattista Gherardi. I dati snocciolati segnalano come alla crescita nei campi (la zona coltiva tutelata è stata allargata ai 5 comuni della Val Gandino) sia corrisposta la crescente attenzione da parte dei consumatori, che apprezzano l’assoluta (e gustosa) originalità organolettica dello spinato.
«Il Comune di Gandino – spiega Antonio Rottigni – ha istituito il marchio De.C.O. per certificare la territorialità. Il mais spinato e i suoi derivati sono i primi a utilizzarlo, grazie a un articolato disciplinare. Nel 2013 la promozione ci ha spinto a Venezia, con specialità gandinesi proposte dallo chef dell’Hotel Danieli, ma anche al Vinitaly di Verona in joint venture con il Consorzio Vini Valcalepio e a Cortina». Per dare visibilità al progetto scientifico, allargatosi al Sudamerica in occasione di Bergamo Scienza, è nato in paese il «Giardino del mais», cui ha contribuito Ubi Banca Popolare. Ospita la riproduzione di un monolite della civiltà Olmeca, autorizzata dal governo messicano.
Durante l’assemblea, la presentazione dell’invidiabile palmares dello spinato ha poi lasciato il posto alla discussione riguardo le prospettive operative. Martedì prossimo c’è già un appuntamento nato dalla collaborazione con Slow Food. «In occasione del Terra Madre Day – sottolinea Lorenzo Aresi – organizziamo sulla piazza di Gandino, il primo mercatino dei prodotti agricoli della Valle a chilometro zero, con degustazioni a tema nei ristoranti». «All’orizzonte – aggiunge Servalli – c’è Expo 2015, che per tema e potenzialità di presenze è occasione irrinunciabile. Veniamo indicati da più parti come eccellenza esemplare, al punto da siglare con Università Bocconi e Regione un protocollo per misurare l’impatto ambientale delle colture
Anche il progetto del Distretto del Commercio de “Le Cinque terre della Val Gandino” (valore circa 100.000 euro, finanziato al 50% dalla Regione) lavorerà per fare sistema, unendo l’enogastronomia a specifici itinerari di valorizzazione culturale, turistica e commerciale». In chiusura di serata il confronto si è animato rispetto alla necessità tutelare il più possibile la territorialità del mais spinato di Gandino, valorizzando anche nel prezzo le procedure manuali di raccolta e lavorazione.

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