La Capanna Ilaria? Un favore a Clusone.

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Data pubblicazione: 

25/09/2009
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Egregio Direttore, innanzitutto la ringrazio dell’opportunità che ci è concessa nell’esprimere i nostri pensieri e intendimenti sulla vita politica e amministrativa locale sul suo periodico, al contrario di altri organi di stampa (vedi l’Eco di Bergamo).
A Gandino, ultimamente, l’amministrazione comunale di centrosinistra al posto di portare avanti gli interessi del territorio gandinese, pare sia votata a perorare le cause di altri territori (Clusone). Mi riferisco al progetto giacente sulla scrivania del sindaco Maccari relativo alla nuova costruzione della Capanna Ilaria: non parliamo di ricostruzione e nemmeno di “capanna” in quanto sarebbe molto riduttivo, perché da quei ruderi dovrebbe ghiera (si vocifera 120 posti letto) pare gestita dal CAI di Clusone. Insistentemente il sindaco Maccari sta divincolandosi tra lacci e laccioli burocratici e impedimenti con i proprietari dei fondi per consentire la realizzazione della strada di servizio al nuovo mega albergo in progetto, con accesso da Gandino – Monte Farno.
Preso atto di tutto ciò vorrei sottoporre all’attenzione dei suoi lettori e dei gandinesi alcuni aspetti politici di Maccari e dei suoi consiglieri. Questa amministrazione, per bocca dell’ex sindaco di Moio de Calvi, Gherardi Giambattista, si è sempre vantata di intrattenere con i comuni limitrofi ottimi rapporti di collaborazione. Non le pare strano che in questo caso il sindaco stia trattando direttamente con gli enti, AZIENDE e istituzioni clusonesi, tagliando fuori le istituzioni gandinesi? Come pure non le sembra illogico che ai giorni nostri tutte le istituzioni stiano cercando di pianificare in modo omogeneo iniziative in campo turistico, alberghiero e di intrattenimento per valorizzare al meglio il territorio a disposizione e non vi sia traccia di alcuna pianificazione territoriale in materia tra Gandino e Clusone?
Il comune di Gandino, già pesantemente urbanizzato nel fondo valle, rischia di vedere un ulteriore gravame, con il solo scopo di attrarre persone in una struttura il cui godimento e profitto andrebbe a favorire il territorio di Clusone senza alcun accordo tra i due enti. Infatti il traffico di turisti e i costi per la manutenzione delle strade, lo sgombero neve, la raccolta rifiuti ecc. sarebbero a totale carico di Gandino, mentre gli ìutiliî a Clusone. Per non parlare che nel periodo invernale si creerebbe un pericoloso conflitto di competenze e di ingerenze tra gli attuali gestori della pista di fondo con quelli del nuovo mega albergo.
A molti gandinesi questa operazione non va proprio giù. Non vogliono che si ripetano gli stessi problemi, ingigantiti per 10 volte, della Malga Lunga al monte di Sovere ed a pagare siano sempre i gandinesi. Come non vogliono che sia creata una delle solite cattedrali nel deserto, realizzate con lo slogan ìcreiamo turismoî e che invece nascondono una semplice speculazione edilizia. Occorre inoltre sottolineare che una esperienza del genere si sta realizzando in questi giorni a Gandino e che sta naufragando prima di iniziare. Il CAI di Gandino ha ristrutturato di recente la baita del Monte Alto per trasformarla in rifugio con contributi regionali. Ora che la ristrutturazione è andata a termine pare che il Cai non sia più intenzionato alla gestione, lasciando il comune a piedi ed il rifugio inutilizzato.
Forse servirebbe un po’ più di umiltà e meno arroganza, coinvolgendo anche le forze politiche presenti sul territorio, ascoltando quello che viene consigliato anche dalla popolazione, prima di intraprendere decisioni che segneranno irrimediabilmente le generazioni future.

Autore: 

Marco Ongaro

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