«Io, in cima alla Grande Mela»

L'impresa L'atleta bergamasca seconda assoluta nella scalata all'Empire State BuildingDaniela Vassalli racconta la sua scalata: «Prima del via tante paure, poi la gioia»

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05/02/2009
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«Eravamo in auto, ascoltavamo Rtl, e a un certo punto i deejay hanno fatto i complimenti a tal Daniela Vassalli. Ho svegliato i miei figli e ho domandato loro: ma stanno parlando di me?».
Sebastiano e Francesco hanno risposto sì, poco dopo il capofamiglia Gerardo ha parcheggiato l'auto in garage, ma forse, a Daniela Vassalli, è toccato salire i gradini della porta di casa per realizzare che era tutto vero. Sono pochi rispetto ai 1576 dell'Empire State Building. Abbastanza per aiutarla a capire che il secondo posto nella scalata del grattacielo più famoso di New York (edizione numero 32, 381 i metri d'altezza) ora è realtà e non più un sogno: «Devo ancora abituarmi all'idea di essere la prima donna italiana sul podio in questa gara - attacca il giorno dopo l'impresa la 33enne di gandino, mamma, atleta e infermiera ai Riuniti di Bergamo -. Prima del via le paure erano tante, invece poi è andato tutte oltre le più rosee aspettative: lassù in vetta, dove la Grande Mela pare un posto popolato da tante formiche, ho pensato che più di così stavolta era difficile fare».
Solo tredici i secondi che al traguardo l'hanno distanziata dalla vincitrice Suzanne Walsham (13'27" il suo crono, 13'40" quello di Daniela). Non sufficienti però, ad alimentare alcun tipo di rimpianto per la piazza d'onore. E per un paio di motivi. Uno: «Perché lei all'inizio è caduta e quando mi ha superato al quarantesimo piano (86 in totale) ho capito che aveva un altro passo». Due: «Perché io, dopo un po', ho avvertito qualche problema al nervo sciatico della gamba sinistra: ho amministrato a dovere le energie». Forse torneranno utili per fare qualche numero in più nel prossimo impegno, il Vertical Sprint del Pirellone, il prossimo 1 marzo, quando ad accompagnarla nella salita ci saranno ancora Italcementi ed il suo prodotto mangiasmog Tx Active.
Di certo, le energie sono risultate preziose nell'attendere e abbracciare senza fiatone Cristina Bonacina, l'altra bergamasca in gara, che ha chiuso la competizione (74 le atlete in gara provenienti da tutto il mondo) con un buon nono posto: «Anche per me questo risultato vale una vittoria - chiosa la 33enne di Pontida sponsorizzata dal Parco Faunistico le Cornelle -. L'obiettivo era quello di concludere tra le prime dieci e sono riuscita a farcela: l'inverno per me era stato tribolatissimo sotto il profilo fisico, con un po' di preparazione in più nelle gambe avrei potuto mantenere la quinta piazza occupata per tre quarti gara, ma complessivamente va benissimo così».

Autore: 

Luca Persico

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