Il sogno azzurro di Merelli

Il portiere della Gandinese convocato nella nazionale dilettanti

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Data pubblicazione: 

17/01/2006
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Suo zio è Mario Merelli, lo scalatore di Lizzola che si arrampica fra gli 8.000 distribuiti sotto l'azzurro della volta celeste (al suo attivo, l'Everest e tante altre vette imperiose). Lui, invece, è Marco Merelli, portiere della Gandinese classe 1988: al massimo si erge verso l'incrocio dei pali, ma lo fa così bene da aver trovato, a sua volta, uno spicchio di azzurro brillante. Per la precisione, è quello della Nazionale.
Da ieri mattina Merelli è a Coverciano, lì convocato dal ct della selezione italiana dilettanti Roberto Polverelli. Si tratta di uno stage di tre giorni che vede impegnati 22 ragazzi individuati nei campionati regionali di tutta Italia: c'è da preparare la prima uscita ufficiale, quella di fine gennaio con l'Olanda. «Il programma - racconta Marco al telefono - prevede due giorni di lavoro e poi, mercoledì, l'amichevole con la Primavera del Siena. Il mio obiettivo? Semplicemente fare quello che sono capace di fare».
Al raduno, il giovane numero 1 di Ponte Selva condivide la stanza con il suo collega brindisino Di Candia. «Siamo gli unici portieri chiamati a Coverciano, dove sono arrivato viaggiando in treno con l'altro lombardo convocato, Daniele Prandini: gioca nel Darfo, ma in campionato non ci siamo affrontati».
Il campionato di cui parla è quello di Eccellenza (girone C), che sta riservando soddisfazioni a entrambi: Prandini è primo in classifica, Merelli è titolare inamovibile della Gandinese. «E pensare che un anno fa facevo gli Allievi nel Clusone! Tra l'altro, dopo qualche presenza in Prima categoria, la scorsa estate ero passato a Gandino con l'idea di giocare nella Juniores: invece la società mi ha aggregato alla prima squadra durante la preparazione e mister Gatti mi ha poi voluto inserire nel gruppo. Pian piano ho cominciato a giocare e il resto è venuto da solo».
Del resto, per una squadra destinata a rispettare precise norme regolamentari (in Eccellenza, un '87 e un '86 in campo per 90') un giovane portiere dalla affidabilità garantita è tesoro di inestimabile valore. «Ovviamente, mettendo fra i pali un under le scelte di formazione vengono molto più semplici: ma a Gandino tutta la squadra è composta di ragazzi degli anni '80 e io devo solo ringraziare questa società e questo allenatore che credono nei giovani e non hanno remore nel mandarli in campo. Senza di loro, altro che stage a Coverciano».
In attesa di scoprire se il futuro gli riserverà altre maglie azzurre, Merelli tornerà poi a tuffarsi nella sua consueta realtà domenicale. «L'Eccellenza è una categoria qualificata, incontri giocatori che hanno fatto il professionismo e altri che ti mettono il pallone dove vogliono. Credo che la Gandinese si stia ben comportando e tutto sommato possa regalarsi buone soddisfazioni».
Lui intanto cercherà di seguire le orme di Matteo Gritti, difensore del Ponte San Pietro (oggi al Cenate) che lo scorso anno vestì l'azzurro laureandosi addirittura campione d'Europa. Una vera impresa, un po' come scalare l'Everest. Ma a casa Merelli, cose come queste non spaventano mica.

Autore: 

Gigi Di Cio

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