«Il lavoro cala, noi andiamo in Mongolia»

Un altro mondo per la burocrazia. «Qui è un ostacolo, là i pagamenti sono addirittura anticipati»

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Data pubblicazione: 

10/01/2009
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I QUATTRO DI BASEROSE Da sinistra Battista Bassanelli, Severo Migliorati, Sergio Brignoli (in basso) e Rolando Patelli

«Il lavoro nell'edilizia sta calando: le gare delle amministrazioni pubbliche sono in netta diminuzione e con i vincoli del patto di stabilità non aumenteranno di certo» - dice Sergio Brignoli di Gandino della Artigianscavi Srl, azienda fondata dal padre negli Anni Sessanta. «Aggiungiamo che ottenere i pagamenti è sempre più difficile, i tempi si allungano e la burocrazia fa lavorare malissimo, quando non diventa un vero ostacolo» - continua Severo Migliorati di Castione della Presolana, titolare dell'omonima impresa di lavori stradali, anche in questo caso fondata dal padre nel 1963.
E allora se il lavoro non va alla montagna, loro, impresari edili di seconda generazione, se lo sono andati a prendere ben lontano da Bergamo, fin nella terra del grande Gengis Khan. Brignoli e Migliorati, con Battista Bassanelli, di Premolo, titolare della ditta «Ambientazione», operante in ambito del trasporto scorie e recupero ambientale fondata una ventina d'anni fa con Giampaolo Rudelli, poi prematuramente scomparso, e Rolando Patelli, di Spinone al Lago, titolare della ditta di asfalti «Patelli Strade», in attività dal 1956 hanno così dato vita nella capitale della Mongolia alla «Baserose» (il nome deriva dall'unione delle prime lettere del nome dei quattro: Battista, Severo, Rolando e Sergio), nella quale hanno ciascuno una pari quota.
«Negli ultimi due anni l'attività ha avuto un calo progressivo e ho dovuto anche ridimensionare il personale - spiega Brignoli -. Allora ho iniziato a guardare fuori dall'Italia ed ho preso contatti per un possibile lavoro in Dubai. A giugno poi un amico di Albino, che svolge da anni attività immobiliare in Mongolia, mi ha prospettato la possibilità di importanti lavori nel Paese». Trovati, neanche con grande difficoltà i tre compagni per l'avventura, tutto è avvenuto velocemente. Dopo la presentazione delle credenziali al locale ministero delle infrastrutture, questo a sua volta, con le garanzie dell'imprenditore già conosciuto, ha raccolto le informazioni sull'attività delle aziende bergamasche ed ha invitato sul posto a verificare la tipologia dei lavori.
E pochi giorni fa il governo mongolo ha confermato alla Baserose un primo importante lavoro per l'equivalente di circa 80 milioni di euro: la realizzazione di una strada di oltre 100 chilometri per unire la capitale Ulan Bator a un nuovo bacino minerario. «Inizieremo ad aprile e saremo impegnati per due o tre anni - spiega Brignoli -. Le condizioni climatiche impediscono di lavorare in inverno e quindi ci sono solo sei-sette mesi a disposizione».
Ma alla Baserose sono stati prospettati anche altri lavori, come il rifacimento del manto stradale di numerose vie della capitale e l'interramento delle tubazioni attualmente tutte in superficie del teleriscaldamento che collega la centrale elettrica con le case e gli edifici pubblici. E anche la costruzione di strade che devono unire la capitale al nuovo aeroporto internazionale, oltre all'asfaltatura delle aree di servizio e delle piste di decollo ed atterraggio.
Che imprenditori a capo di aziende di dimensioni nel complesso piccole come quelle dei quattro bergamasche, tutte con un numero di dipendenti oscillante tra i dieci e i venti, possano ottenere commesse appetibili anche per grandi gruppi può apparire singolare. «Eppure - osservano - attualmente in Mongolia non sono presenti gruppi europei. La presenza maggiore è di coreani, ma c'è lavoro a disposizione. Al ministero sanno come lavoriamo in Italia e sono ben contenti di averci. Dato che c'è carenza anche di progettisti ci hanno perfino chiesto se eravamo interessati a creare uno studio. La differenza però è che un grande gruppo per interventi di questo genere manda un capocantiere, mentre da noi ci va il titolare in prima persona: è tutta un'altra cosa, soprattutto quando bisogna insegnare il lavoro o ci si trova di fronte a qualche problema».
La prospettiva è che dei quattro titolari della Baserose almeno due, a turno, siano sempre contemporaneamente in Mongolia. «Nei prossimi giorni andremo nella capitale, dove abbiamo preso in affitto uno stabile, nel quale oltre alle nostre abitazioni, troverà posto la sede logistica e gli uffici di progettazione - continuano gli imprenditori -. Nello stesso tempo, nei punti più strategici del territorio interessato alle nuove strade, inizieremo a collocare i primi cantieri in cui inviare alcuni dei nostri mezzi meccanici che faremo giungere direttamente da Bergamo, come ruspe, scavatrici, automezzi pesanti da trasporto, e gli impianti tecnologici per la lavorazione di inerti, produzione di bitume, asfalto e catrame». Altri macchinari ed attrezzature saranno acquistate sul posto e parte importate direttamente. «Questo perché in Mongolia, contrariamente a quanto accade da noi, il governo cerca di andare incontro alle esigenze dell'azienda - osserva Migliorati -. La pubblica amministrazione non solo paga nei tempi previsti, ma anche in anticipo: è questo che ci permette di avere a disposizione le attrezzature necessarie».
Oltre all'assunzione immediata di un centinaio di operai del posto, è poi previsto l'impiego anche di limitato personale specializzato italiano, soprattutto bergamasco.
La Baserose del resto risulta essere la prima società italiana incaricata di progettare e realizzare nuove arterie stradali in aggiunta a quelle già esistenti, ma insufficienti. «Ad aprirci le porte, oltre alle garanzie di professionalità dimostrate in tanti anni delle nostre singole imprese - dicono i titolari della Baserose - è stata anche la stima che il governo mongolo ha nei confronti della capacità imprenditoriale e lavorativa dei bergamaschi. Valori che storicamente la nostra gente s'è guadagnata col sudore in molte parti del Mondo. Sapere di essere la prima società italiana che costruirà strade in questo Stato ci rende orgogliosi; e noi questi valori vogliamo continuare a mantenerli alti mettendo a disposizione tutta la nostra conoscenza, serietà e competenza».
E delle quattro aziende bergamasche cosa accadrà? «Era già in atto un ridimensionamento perché l'attività sta calando - rispondono -. Cercheremo per quanto possibile di conciliare i lavori qui e in Mongolia. Ma se le gare continuano a diminuire...». Anche perché proprio il calo dell'attività ha spinto verso la Mongolia. «Chiaramente se ci fosse lavoro, a casa staremmo bene. Ma in questo momento la prospettiva è quella di lavorare meno e male, soffocati dalla burocrazia - continua Migliorati -. Certo, si potrebbe comunque andare avanti più in piccolo, con qualche lavoretto. Ma per noi questa della Baserose è anche una sfida che ci dà la carica».
 

Autore: 

Guerino Lorini

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