Il «grazie» di Garibaldi nelle lettere agli industriali

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Data pubblicazione: 

06/04/2011
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Una delle lettere autografe indirizzate da Garibaldi agli industriali della Val Gandino, in questo caso ai Motta

Una delle lettere autografe indirizzate da Garibaldi agli industriali della Val Gandino, in questo caso ai Motta

«Un saluto di cuore», firmato Giuseppe Garibaldi.
Ci sono anche lettere autografe del Generale agli industriali gandinesi nell'incredibile galleria di documenti e cimeli che il Comitato per l'Unità d'Italia sta approntando per il prossimo 5 maggio, quando verrà inaugurata una mostra nel Salone della Valle a Gandino e presentata la nuova edizione 2011 di camicie garibaldine.
«I gandinesi – spiega lo storico Iko Colombi – sostennero con grande generosità la Sottoscrizione per un Milione di Fucili lanciata nell'autunno del 1859 da Garibaldi. Se ne trovano ampi rendiconti sulla stampa, ma ne sono prova anche alcune missive dirette, come quelle indirizzate alle famiglie Motta e Testa», industriali tessili della valle.
Fra queste sono state ritrovate appunto lettere autografe con le quali Garibaldi ringraziava gli industriali gandinesi per il sostegno ricevuto.
Gandino ottenne quel prestigioso «appalto» in virtù del suo rosso «scarlatto», voluto da Garibaldi e definito in vari documenti di «una lucentezza insuperata».
«Le tecniche di tintoria in uso al tempo - segnala Pietro Gelmi, autore insieme a Battista Suardi di un volume sul tema - impiegavano quasi esclusivamente materie organiche combinate a primordiali composti chimici». Questi erano: solfato ferroso, solfato di rame e nitrato di ferro.
«Preziosa - prosegue Gelmi - era naturalmente l'acqua. Si creava lo scarlatto utilizzando la polvere ottenuta dalla cocciniglia, un minuscolo insetto parassita. Si utilizzavano soltanto le femmine di questo insetto, raccolte ed essicate, perché produttrici dell'acido carminico necessario alla tintura».
Felice trait d'union per realizzare la storica tintura fu G. Battista Fiori, imprenditore gandinese che a Milano aveva entrature nel Regno del Piemonte. Il quantitativo prodotto inizialmente fu comunque piuttosto limitato, tanto che alla partenza da Quarto non più di duecento garibaldini partirono con una regolare «divisa». Fra i «ricorsi» della storia anche quello che riguarda il sindaco di Gandino, Gustavo Maccari, pronipote di Pietro che insieme al fratello Abramo fu artefice della tintura nel 1860.

Autore: 

G. B. G.

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