Il grazie dalle Ande a Gandino per l’addio al vescovo Gelmi

Folla nella basilica, col canto «Si vienes conmigo» dei volontari
Monsignor Beschi: «Umile con i poveri, si è fatto povero egli stesso»

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21/06/2016
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Nella basilica di Gandino sono stati celebrati ieri mattina i funerali di monsignor Angelo Gelmi

Si è messo in cammino con le sue scarpe dalla suola robusta, verso le montagne infinite del Paradiso, salutato dall’abbraccio commosso di quanti l’hanno conosciuto, stimato e, negli ultimi mesi, coccolato con affetto. Una grande folla si è ritrovata ieri a Gandino per l’ultimo saluto a monsignor Angelo Gelmi, «il Vescovo dei campesinos », morto venerdì a 78 anni.
Il feretro, dopo aver lasciato la camera ardente, ha percorso le strette vie di Cima Gandino, accompagnato dai parenti, dalle Confraternite, dagli alpini, dai fedeli e da quanti monsignor Angelo aveva invitato all’azione in paese e in Sudamerica. Le campane a festa della basilica e delle chiese sussidiarie hanno ricordato la gioia della Resurrezione e introdotto il rito funebre. Attorno all’altare, al fianco del vescovo Francesco Beschi, c’erano sei vescovi bergamaschi: i monsignori Eugenio Coter, Eugenio Scarpellini, Maurizio Malvestiti, Maurizio Gervasoni, Gaetano Bonicelli e Bruno Foresti. Con loro anche il vicario generale della Diocesi, monsignor Davide Pelucchi, il vicario locale don Corrado Capitanio, il prevosto don Innocente Chiodi e una sessantina di sacerdoti. Presenti il sindaco Elio Castelli e Giuseppe Crippa, già console onorario della Bolivia a Bergamo.

«Abbiamo tutti apprezzato – ha detto monsignor Beschi nell’omelia – la dolce possenza di monsignor Angelo, ma soprattutto lo stile della condivisione cui ha improntato il suo generoso impegno. Una condivisione che ora gli apre le porte del Regno di Dio, al di là del pur nobile e affettuoso ricordo degli uomini». Il vescovo ha ricordato i messaggi di cordoglio arrivati da Cochabamba e, fra gli altri, dai monsignori Tito Solari e Sergio Gualberti, che ricordano questo «figlio di una Chiesa bergamasca che in Bolivia ha saputo agire con un cuore grande come quello di Papa Giovanni». «Padre Angelo – ha concluso il vescovo – non solo si è fatto umile con i poveri e per i poveri, ma si è egli stesso fatto povero».
Non sono mancati momenti di commozione, specie quando alla Comunione è stato intonato il canto boliviano «Si vienes conmigo» accompagnato in voce e musica da molti volontari che monsignor Gelmi aveva condotto sulle strade boliviane. Monsignor Coter (giovane curato a Gandino prima e poi compagno di missione del defunto) ha portato il saluto della Conferenza episcopale boliviana e quello speciale dell’arcidiocesi di Cochabamba, unite in preghiera anche grazie alla diretta audio via internet della celebrazione.
«Alla sua nascita, alle soglie della guerra e presto orfano di padre, monsignor Angelo ha vissuto la povertà che ha poi riconosciuto fra la gente delle alture, percorse in lungo e in largo senza sosta. Ne difendeva la dignità e ne motivava l’intraprendenza, non soltanto per strutture e strade, aperte “a pic e pala”. Grande è stato il suo impegno per la formazione, a cominciare dalla traduzione in lingua quechua di centinaia di documenti pastorali».
Al cimitero monsignor Gelmi è stato salutato da un’ultima benedizione, dalla Preghiera della montagna, letta da Antonio Castelli, presidente del Cai Valgandino, e dal canto del «Signore delle cime» intonato dagli alpini. Attimi struggenti, accarezzati dal vento dei monti e dalla melodia andina eseguita da un flautista boliviano. Sentieri polverosi, vette innevate e miseria umana restano nei ricordi: padre Angelo se ne è andato «su ali d’aquila».

Autore: 

Giambattista Gherardi

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