Sui nuovi spazi per sport e manifestazioni si spacca la società formata da dieci Comuni
C'è aria di crisi alla Società impianti polisportivi spa, ossia al centro sportivo «Pietro Radici», di Casnigo. Il 4 novembre scorso si è dimesso l'intero Consiglio di amministrazione presieduto da Pietro Nodari e composto da Arturo Macalli, Romano Guerini, Luciano Castelli e Alessandro Riccardi, anche se presidente e consiglieri continuano a svolgere l'ordinaria amministrazione in regime di proroga.
All'origine della crisi le divergenze tra i Comuni circa il potenziamento del centro che prevede la realizzazione, nella ex palestra, di un'area dedicata al fitness e di nuovi impianti sportivi, tra cui una pista per l'atletica da utilizzarsi per gli allenamenti, e comunque di uno spazio multifunzionale per ospitare manifestazioni. Il costo complessivo dell'intervento è di circa 1.800.000 euro, in parte (360.000) finanziati dallo Stato con un contributo a fondo perduto sulla legge 65/87 (quella dei Mondiali), di cui è beneficiaria la Comunità montana della Valle Seriana, in parte (300.000) garantiti dalla Comunità montana stessa con un finanziamento ventennale e il resto (circa 1.000.000) a carico dei Comuni nella misura di un euro e mezzo per abitante, per vent'anni.
La «grana» è scoppiata al momento in cui, dopo l'approvazione unanime del progetto, nel luglio del 2004 da parte delle dieci amministrazioni comunali facenti parte della società, si è passati a deliberare l'aumento di capitale sociale per superare un ostacolo burocratico relativo al finanziamento dell'opera: il fronte dei sindaci si è spaccato e ha visto contrapposti da una parte i Comuni della Valgandino compatti (Casnigo, Leffe, Gandino, Cazzano e Peia), favorevoli al progetto, dall'altra quelli della sponda destra del Serio (Colzate, Vertova, Fiorano, Gazzaniga) più Cene. Un fronte, quest'ultimo, che non sembra tuttavia granitico come il primo se è vero che Gazzaniga, il primo a eccepire sul progetto, avrebbe attenuato la propria contrarietà aderendo a una proposta mediatrice formulata da Vertova e Cene. Dopo fitti scambi epistolari dai toni talvolta polemici, incontri informali e ufficiali, (uno dei quali disertato da quattro dei sindaci dissidenti), Gazzaniga aveva avanzato la seguente proposta: 450.000 euro a carico del gestore degli impianti sportivi (Società Bogazzi); 360.000 di contributo regionale; 300.000 di contributo della Comunità montana; 690.000 a carico dei Comuni, stralciandone 70.000 per la mancata realizzazione della sede della società, da destinarsi, eventualmente, alla sistemazione esterna degli impianti. Ma questa ipotesi non ha trovato l'adesione della Valgandino.