I Koren conquistano Fontana Mora

Una nuova via attrezzata dai giovani climber del Cai Valgandino

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22/09/2006
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Gli esperti arrampicatori alla ricerca di nuove emozioni hanno più pane per i loro moschettoni. Il gruppo Koren del Cai Valgandino ha infatti attrezzato una nuova via in Val Sedornia: uno dei migliori regali che si potessero fare alla loro sezione in occasione del 60° di fondazione che verrà festeggiato il prossimo mese.
Davide Rottigni, ottico optometrista di 35 anni, e Dario Nani, odontotecnico di 30 anni, aiutati da Giuliano Bertasa, 21 anni, Dario Salvatoni, 26 anni (i quattro giovani sono tutti i Gandino) e da Beppe Sala, 33 anni di Gazzaniga, hanno infatti conquistato l'inviolata parete di Fontana Mora, a Gromo, nella zona della Val Sedornia. Sin dall'estate 2003 i giovani gandinesi avevano attaccato la parete, che si sviluppa su 230 metri: l'impresa è stata completata in più fasi quest'estate e verificata da una guida alpina all'inizio di questo mese.
«Il luogo è bello, selvaggio e appartato, fuori dalle mete tradizionali dell'escursionismo orobico – scrive Davide Rottigni in un breve diario di viaggio –. La tecnica di salita è semplice, ma al tempo stesso lenta, faticosa e precaria: si sale e, una volta trovato un buchetto, ci si appende su dei piccoli ganci per il tempo necessario a mettere dei tasselli ad espansione. La roccia è molto compatta e non accetta i tradizionali chiodi. In un paio di occasioni siamo rimasti in parete tutto il giorno, rientrando dopo il tramonto. In un'occasione addirittura i parenti hanno allertato il Soccorso alpino». Infatti, «pur presentando un'attrezzatura sicura – spiega Rottigni – la parete non è adatta a chi è alle prime armi»: è stata infatti catalogata di difficoltà 7 b (9° grado).
Le operazioni di «conquista» durante lo scorso autunno e inverno sono state sospese per l'esposizione a Nord della parete.
Poi a giugno Rottigni e Nani partono per l'attacco finale: la parete si presenta ancora più liscia e a strapiombo, e il punto di partenza del quinto strappo è un cordone al quale bisogna appendersi, completamente nel vuoto. Solo dopo due giornate riescono a trovare una linea arrampicabile e venire a capo di venti metri di parete.
A metà luglio gli alpinisti gandinesi sono sotto la cengia che divide in due la parete. Per trenta metri la vera difficoltà è trovare dei tratti di roccia sana, molti massi sono solo appoggiati. Finalmente si trovano ancoraggi «a prova di bomba». Domenica 6 agosto la giornata decisiva: Dario Nani attacca la parte iniziale dell'ultimo tratto inviolato, inclinata di 30 gradi oltre la verticale e per giunta bagnata. In tre ore avanza di dieci metri, fermandosi prima di un tratto che esige decisione e freschezza. Davide Rottigni prende il testimone e dopo altre quattro ore ininterrotte raggiunge la cima, al limite delle energie disponibili.
L'impresa è stata sostenuta con entusiasmo dal Cai Valgandino che il mese prossimo avrà un motivo in più per festeggiare. Gli alpinisti hanno dedicato la via proprio al 60° di fondazione e il 21 ottobre, in biblioteca a Gandino, i protagonisti racconteranno con immagini e video la realizzazione della salita.
Il gruppo Koren negli ultimi anni è stato uno tra i protagonisti nel suo campo, soprattutto per le attività legate al Boulder (l'arrampicata senza corde), con la palestra artificiale allestita all'oratorio di Gandino e soprattutto per la Coppa Italia che da tre anni si disputa a maggio al parcheggio coperto di piazza XXV Aprile. Inoltre i giovani arrampicatori seriani hanno tracciato e attrezzato in località Fontanei (sopra l'abitato di Gandino, nella zona di Valpiana) decine di vie sulla locale falesia naturale, meta ogni fine settimana di moltissimi appassionati.

Autore: 

Gian Battista Gherardi

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