Una nuova via attrezzata dai giovani climber del Cai Valgandino
Gli esperti arrampicatori alla ricerca di nuove emozioni hanno più pane per i loro moschettoni. Il gruppo Koren del Cai Valgandino ha infatti attrezzato una nuova via in Val Sedornia: uno dei migliori regali che si potessero fare alla loro sezione in occasione del 60° di fondazione che verrà festeggiato il prossimo mese.
Davide Rottigni, ottico optometrista di 35 anni, e Dario Nani, odontotecnico di 30 anni, aiutati da Giuliano Bertasa, 21 anni, Dario Salvatoni, 26 anni (i quattro giovani sono tutti i Gandino) e da Beppe Sala, 33 anni di Gazzaniga, hanno infatti conquistato l'inviolata parete di Fontana Mora, a Gromo, nella zona della Val Sedornia. Sin dall'estate 2003 i giovani gandinesi avevano attaccato la parete, che si sviluppa su 230 metri: l'impresa è stata completata in più fasi quest'estate e verificata da una guida alpina all'inizio di questo mese.
«Il luogo è bello, selvaggio e appartato, fuori dalle mete tradizionali dell'escursionismo orobico – scrive Davide Rottigni in un breve diario di viaggio –. La tecnica di salita è semplice, ma al tempo stesso lenta, faticosa e precaria: si sale e, una volta trovato un buchetto, ci si appende su dei piccoli ganci per il tempo necessario a mettere dei tasselli ad espansione. La roccia è molto compatta e non accetta i tradizionali chiodi. In un paio di occasioni siamo rimasti in parete tutto il giorno, rientrando dopo il tramonto. In un'occasione addirittura i parenti hanno allertato il Soccorso alpino». Infatti, «pur presentando un'attrezzatura sicura – spiega Rottigni – la parete non è adatta a chi è alle prime armi»: è stata infatti catalogata di difficoltà 7 b (9° grado).
Le operazioni di «conquista» durante lo scorso autunno e inverno sono state sospese per l'esposizione a Nord della parete.
Poi a giugno Rottigni e Nani partono per l'attacco finale: la parete si presenta ancora più liscia e a strapiombo, e il punto di partenza del quinto strappo è un cordone al quale bisogna appendersi, completamente nel vuoto. Solo dopo due giornate riescono a trovare una linea arrampicabile e venire a capo di venti metri di parete.
A metà luglio gli alpinisti gandinesi sono sotto la cengia che divide in due la parete. Per trenta metri la vera difficoltà è trovare dei tratti di roccia sana, molti massi sono solo appoggiati. Finalmente si trovano ancoraggi «a prova di bomba». Domenica 6 agosto la giornata decisiva: Dario Nani attacca la parte iniziale dell'ultimo tratto inviolato, inclinata di 30 gradi oltre la verticale e per giunta bagnata. In tre ore avanza di dieci metri, fermandosi prima di un tratto che esige decisione e freschezza. Davide Rottigni prende il testimone e dopo altre quattro ore ininterrotte raggiunge la cima, al limite delle energie disponibili.
L'impresa è stata sostenuta con entusiasmo dal Cai Valgandino che il mese prossimo avrà un motivo in più per festeggiare. Gli alpinisti hanno dedicato la via proprio al 60° di fondazione e il 21 ottobre, in biblioteca a Gandino, i protagonisti racconteranno con immagini e video la realizzazione della salita.
Il gruppo Koren negli ultimi anni è stato uno tra i protagonisti nel suo campo, soprattutto per le attività legate al Boulder (l'arrampicata senza corde), con la palestra artificiale allestita all'oratorio di Gandino e soprattutto per la Coppa Italia che da tre anni si disputa a maggio al parcheggio coperto di piazza XXV Aprile. Inoltre i giovani arrampicatori seriani hanno tracciato e attrezzato in località Fontanei (sopra l'abitato di Gandino, nella zona di Valpiana) decine di vie sulla locale falesia naturale, meta ogni fine settimana di moltissimi appassionati.
Davide Rottigni, ottico optometrista di 35 anni, e Dario Nani, odontotecnico di 30 anni, aiutati da Giuliano Bertasa, 21 anni, Dario Salvatoni, 26 anni (i quattro giovani sono tutti i Gandino) e da Beppe Sala, 33 anni di Gazzaniga, hanno infatti conquistato l'inviolata parete di Fontana Mora, a Gromo, nella zona della Val Sedornia. Sin dall'estate 2003 i giovani gandinesi avevano attaccato la parete, che si sviluppa su 230 metri: l'impresa è stata completata in più fasi quest'estate e verificata da una guida alpina all'inizio di questo mese.
«Il luogo è bello, selvaggio e appartato, fuori dalle mete tradizionali dell'escursionismo orobico – scrive Davide Rottigni in un breve diario di viaggio –. La tecnica di salita è semplice, ma al tempo stesso lenta, faticosa e precaria: si sale e, una volta trovato un buchetto, ci si appende su dei piccoli ganci per il tempo necessario a mettere dei tasselli ad espansione. La roccia è molto compatta e non accetta i tradizionali chiodi. In un paio di occasioni siamo rimasti in parete tutto il giorno, rientrando dopo il tramonto. In un'occasione addirittura i parenti hanno allertato il Soccorso alpino». Infatti, «pur presentando un'attrezzatura sicura – spiega Rottigni – la parete non è adatta a chi è alle prime armi»: è stata infatti catalogata di difficoltà 7 b (9° grado).
Le operazioni di «conquista» durante lo scorso autunno e inverno sono state sospese per l'esposizione a Nord della parete.
Poi a giugno Rottigni e Nani partono per l'attacco finale: la parete si presenta ancora più liscia e a strapiombo, e il punto di partenza del quinto strappo è un cordone al quale bisogna appendersi, completamente nel vuoto. Solo dopo due giornate riescono a trovare una linea arrampicabile e venire a capo di venti metri di parete.
A metà luglio gli alpinisti gandinesi sono sotto la cengia che divide in due la parete. Per trenta metri la vera difficoltà è trovare dei tratti di roccia sana, molti massi sono solo appoggiati. Finalmente si trovano ancoraggi «a prova di bomba». Domenica 6 agosto la giornata decisiva: Dario Nani attacca la parte iniziale dell'ultimo tratto inviolato, inclinata di 30 gradi oltre la verticale e per giunta bagnata. In tre ore avanza di dieci metri, fermandosi prima di un tratto che esige decisione e freschezza. Davide Rottigni prende il testimone e dopo altre quattro ore ininterrotte raggiunge la cima, al limite delle energie disponibili.
L'impresa è stata sostenuta con entusiasmo dal Cai Valgandino che il mese prossimo avrà un motivo in più per festeggiare. Gli alpinisti hanno dedicato la via proprio al 60° di fondazione e il 21 ottobre, in biblioteca a Gandino, i protagonisti racconteranno con immagini e video la realizzazione della salita.
Il gruppo Koren negli ultimi anni è stato uno tra i protagonisti nel suo campo, soprattutto per le attività legate al Boulder (l'arrampicata senza corde), con la palestra artificiale allestita all'oratorio di Gandino e soprattutto per la Coppa Italia che da tre anni si disputa a maggio al parcheggio coperto di piazza XXV Aprile. Inoltre i giovani arrampicatori seriani hanno tracciato e attrezzato in località Fontanei (sopra l'abitato di Gandino, nella zona di Valpiana) decine di vie sulla locale falesia naturale, meta ogni fine settimana di moltissimi appassionati.
Data di inserimento:
24-09-2006