«Giunta fuorilegge», non è reato

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Data pubblicazione: 

22/10/2008
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Marco Ongaro, capogruppo della minoranza leghista ed ex sindaco di Gandino, è stato assolto ieri dall'accusa di diffamazione aggravata. Era finito nei guai per alcuni volantini distribuiti in paese nell'ottobre 2005 in cui si attaccava l'amministrazione del primo cittadino Gustavo Maccari, definita «fuorilegge».
Il giudice Federica Gaudino ha riconosciuto la sussistenza della discriminante del diritto di critica politica, come sostenuto dal difensore, l'avvocato Riccardo Ghilardi.
Ai tempi Ongaro e la minoranza leghista non avevano gradito il modo in cui era stata approvata la variante al Piano regolatore per la realizzazione di una strada nella frazione Barzizza e lo aveva scritto in un volantino dal titolo tutt'altro che vellulato - «L'amministrazione Maccari fuorilegge» - che non era piaciuto al primo cittadino. Ritenendola un'offesa personale, il sindaco aveva denunciato per diffamazione aggravata Ongaro, il cui nome, in qualità di capogruppo della minoranza, compariva in calce al foglio.
Ongaro - già titolare di una condanna a una multa di un milione di lire per diffamazione e di una condanna a un anno e 4 mesi con pena sospesa confermata in appello per calunnia nei confronti di un consigliere di minoranza nel '94, quando lui era sindaco - era così finito a processo. Ieri l'avvocato Ghilardi, per sostenere la tesi del diritto di critica politica, ha citato perfino Piero Ricca, l'uomo diventato un simbolo della sinistra dopo aver urlato a Berlusconi «Buffone, fatti processare». «Perfino lui – ha argomentato il legale – è stato assolto perché gli era stata riconosciuta la discriminante del diritto di critica politica, pur essendo un semplice cittadino». Tesi difensiva accolta e respinte la richiesta di condanna a sei mesi dell'accusa e la provvisionale di 10 mila euro invocata dalla parte civile.
«Sono soddisfatto – commenta Ongaro –, anche se si poteva evitare tutta questa perdita di tempo. Noi fin da principio l'abbiamo interpretata come una critica politica, non una questione personale. Con Maccari, fuori dal Consiglio comunale, non c'è alcun problema: l'abbiamo pure invitato, 15 giorni fa, all'inaugurazione della nostra sede».
«La sentenza va rispettata, ci mancherebbe – afferma Maccari –, ma se vengono sempre accolte come diritto di critica certe affermazioni, se uno può dire tutto anche sull'onestà altrui, è chiaro che la politica s'imbarbarisce. Del resto, anche i politici di alto livello ci stanno insegnando poco a riguardo di linguaggio e correttezza; e questo imbarbarimento lo si prende come un diritto».

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