Adottato il piano: mantiene tutte le zone edificabiliNegozi anche in aree a prevalente uso residenzialeIncentivi a chi demolisce gli edifici che «stonano»
Minoranza astenuta e il sindaco Maccari che offre a tutti una «spianata», la tipica pizza preparata con il mais gandinese. Non è finita «a tarallucci e vino», ma la sensazione è che il nuovo Piano di governo del territorio adottato dal Consiglio comunale di Gandino non sia destinato a suscitare particolari polemiche.
«Abbiamo corrisposto con realismo e buon senso – ha sottolineato il sindaco Gustavo Maccari, a capo di una lista civica – alle istanze concrete e immediate del territorio. ll nuovo Pgt è mirato a valorizzare il patrimonio urbanistico esistente, con particolare attenzione al centro storico e al recupero delle aree industriali in disuso. Vogliamo ridurre il consumo di suolo salvaguardando il territorio montano e le aree verdi del paese e delle frazioni. I confronti preliminari già avviati in Provincia hanno evidenziato la bontà di questa impostazione».
In nove anni 352 in più
Il Pgt redatto con la consulenza dell'architetto Loretta Gherardi fotografa innanzitutto un andamento demografico sostanzialmente stabile, ipotizzando di passare dagli attuali 5.677 abitanti ai 6.029 del 2019.
«Abbiamo privilegiato aspetti di crescita qualitativi – sottolinea Maccari –, tanto che il Piano dei servizi prevede che l'area destinata a servizi pubblici passi da circa 160.000 a 274.000 metri quadrati, con un dato pro capite di ben 45 metri quadrati per abitante, più che doppio rispetto al minimo di legge».
Le regole per il verde
Il nuovo Pgt conferma l'edificabilità di tutte le aree già previste dal Piano regolatore vigente (per circa 60.000 metri cubi totali). Chi edifica su tali aree, a oggi non costruite, dovrà però attenersi a meccanismi di perequazione.
«Abbiamo attribuito – spiega il sindaco – un indice volumetrico a tutte le aree non edificabili, cioè destinate a verde o servizi pubblici. Il Comune ha diritto di entrare in possesso gratuitamente di queste aree, ma i proprietari godono di diritti volumetrici da trasferire su aree destinate all'edificazione, cedendole eventualmente a terzi. Chi edifica ha l'obbligo di acquisire con questa modalità il 20% della volumetria da edificare. Anche le aree di proprietà comunale generano diritti volumetrici, che saranno messi sul mercato dal Comune al fine di calmierare il mercato che verrà a crearsi».
Attenzione al vicinato
È stato deciso di mantenere le aree industriali, ma concedendo anche la possibilità di insediare su tali aree alcune attività commerciali, comunque mai superiori a 1.500 metri quadrati di superficie di vendita.
«Vogliamo confermare – aggiunge Maccari – l'attenzione ai negozi di vicinato, per i quali in questi anni si è lavorato anche attraverso il Distretto del commercio. Sarà possibile utilizzare a fini commerciali e artigianali anche aree ed edifici a prevalente uso residenziale». Previsti incentivi anche per volontarie demolizioni in centro (cinque edifici segnalati) che non rispondono alle peculiarità architettoniche del luogo e viene facilitato il fotovoltaico. Senza particolari vincoli l'area della ex colonia sul monte Farno, per la quale il Comune è pronto a verificare ipotesi di rilancio.