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Un improvviso acquazzone, cui lui per primo avrebbe sorriso, ha salutato ieri l’arrivo nella basilica di Gandino dei funerali di Antonio Salvatoni, morto a 82 anni dopo un’inesorabile malattia. A salutare l’amico di tanti ritrovi c’era una folla commossa di parenti e amici.
A Gandino era impossibile non conoscere «Tunì Triagn», come orgogliosamente si presentava. Imprenditore tessile con la moglie Claudia, Antonio Salvatoni aveva trasmesso al figlio Corrado (titolare della Safitex Turf, specializzata nell’erba artificiale) la passione per il lavoro e lo sci. Grande era stato il suo dolore nel 2002 per la morte, in un tragico incidente stradale, dell’amato primogenito Luigi.
«Vedendone l’entusiasmo generoso – ha sottolineato il parroco don Innocente Chiodi – pareva volesse vivere a nome del figlio, moltiplicando le passioni e le occasioni per costruire relazioni. Trasmetteva speranza ». Salvatoni amava la montagna, la caccia e le tradizioni locali, anche attraverso l’appartenenza alla Confraternita del Carmine. Tante le attestazioni di affetto arrivate da gandinesi emigrati all’estero, che in lui identificavano un’icona della gioventù.