Gandino saluta «l’uomo con le ali»

Il lutto. La salma di Servalli è a casa domani alle 15 i funerali in basilica
La sua grande passione per il volo. Tanti i ricordi degli amici sui social 

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07/06/2015
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Diego Servalli, 46 anni e una straordinaria passione per il volo. Domani tutta Gandino gli darà l’ultimo saluto

Tutti in Val Gandino avrebbero voluto una giornata diversa, nella quale risvegliarsi da un incubo tremendo che, al contrario è triste realtà. La morte di Diego Servalli, 46 anni e padre di due figli, ha lasciato un vuoto che le parole non possono minimamente colmare. Pochi hanno voglia di commentare la dinamica del tragico incidente in moto all’altezza dell’ex supermercato A&O, la strada maledetta, e nemmeno l’alternarsi di flebili speranze che ha accompagnato i tentativi di rianimazione sul posto e il disperato intervento chirurgico che purtroppo non ha salvato la vita di Diego.

I suoi decolli dal Farno
Tutti preferiscono ricordare, increduli e commossi, la vitalità di colui che molti chiamavano «l’uomo con le ali». La passione per il volo libero aveva segnato le sue passioni giovanili, affascinato dai primi pionieri che decollavano dal Farno con il deltaplano. Una vera e propria vocazione, che era diventata professione, con una scuola di volo (di cui era presidente e istruttore) diventata punto di riferimento per tutto il Nord Italia.
Sui social network tantissimi coloro che hanno inviato messaggi di cordoglio alla moglie Silvia, ai figli Thomas di 12 anni e Ian di quattro anni, ai familiari e alla grande famiglia dei volo liberisti. Il pensiero va a questo volo più alto e lungo di ogni altro, ma anche ai sorrisi e alle emozioni che regalava agli allievi e a quanti con lui avevano affrontato i cieli con le escursioni biposto. La salma di Diego Servalli, dopo gli adempimenti di legge, è tornata a Gandino nel tardo pomeriggio di ieri, nella quiete della casa di via Tinella, a monte della frazione di Cirano.
Unanime il cordoglio di gruppi e associazioni, a cominciare dalla Pro loco che nel 2006 aveva assegnato a Servalli il premio di cittadino benemerito, per la sua attività sportiva e di valorizzazione della valle. Diego Servalli seguiva con passione l’attività calcistica del figlio maggiore nelle file della Falco Albino. Proprio nel pomeriggio del giorno dell’incidente avrebbe accompagnato i ragazzi all’allenamento.

L’omaggio della squadra
Oggi la sua squadra scenderà in campo nel torneo di Desenzano e non mancheranno un ricordo e una dedica per quel papà tanto appassionato. Diego era anche rappresentante dei genitori alla scuola media di Gandino. Aveva un legame speciale con i bambini e per loro sfidava il meteo invernale per planare a Cirano (da più di vent’anni) con dolci e caramelle il giorno dell’Epifania. I funerali di Diego Servalli si svolgeranno domani alle 15 partendo dall’abitazione in località Curino 4 per la basilica di Gandino.

Ciao Diego, sei lassù: restiamo obbligati  esto obbligato ».

Non avevo trovato frase migliore quella sera per ringraziarti dell’ennesimo favore nel seguire i nostri figli alla partita di calcio, garantendo loro trasporto, incoraggiamento e addirittura la cena. Non c’era modo di provare a ringraziarti: un tuo cenno del capo chiudeva qualsiasi tentativo di ricambiare. Sapevi, Diego, che le parole spesso avanzano, soprattutto quando in quota a parlare era la tua Val Gandino, con il suo respiro affidato al vento e le montagne accarezzate dalle tue vele. Misuravi l’altitudine e le sillabe, una tua domanda non era mai banale. Era sempre frutto di un pensiero, di un ragionamento cui cercavi conferme con umile curiosità.
Domande che ti venivano da dentro e che ponevi alla brezza in quota oppure agli amici. Dalla prima trovavi risposte, da noi soltanto pareri. Dovunque tu fossi ponevi la questione con una profondità non comune, come si usa quando si è davanti a una birra, schietti e sinceri. Non ti arrendevi agli schemi e alle abitudini, cercavi sempre e solo un’angolazione diversa e, soprattutto, migliore. Quel tuo volo radente che sfuggiva ai radar delle nostre quotidiane certezze, obbligava ad alzare lo sguardo e allargare l’orizzonte. Tu, uomo con le ali, mettevi a nudo le radici del mondo.
Ti ho visto farlo a fine allenamento, quando all’uscita dei nostri piccoli campioni allargavi finalmente un sorriso caldo come un abbraccio. Ti ho visto farlo a scuola, quando in un pomeriggio come tanti hai alzato la mano per essere rappresentante dei genitori. «Robe da mamme e da perderci tempo», ma non ti tornava. Ti sei chiesto ad alta voce se ne saresti stato capace e, semplicemente, hai accettato. Le tue scommesse erano vincenti sul nascere, avevano la leggerezza di un’eterna giovinezza e la forza di chi respira a pieni polmoni. Ci volevano anche braccia e gambe, e non mancavano certo.
Penso a quando dominavi in volo e in atterraggio la grande slitta rossa della Befana. «A pensarci bene – dicevi – è un’impresa e pure pericolosa. Ma come fai a non farlo per i bambini?». Mancherai Diego, mancherai a tutti. Resto e restiamo obbligati.
Guarderemo in alto e alle radici, perché, prima o poi, impareremo tutti a volare.

Giambattista Gherardi

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