Gandino piange Tunì, l’alpino custode della cappellina

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14/10/2012
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Antonio Servalli era uno degli ultimi reduci di guerra del paese

La comunità di Gandino piange la scomparsa di Antonio Servalli, 88 anni, uno degli ultimi reduci viventi del secondo conflitto mondiale.
Un male inesorabile ha spento l’entusiasmo che ha sempre contraddistinto il suo impegno nel locale gruppo alpini. Tunì, come lo chiamavano tutti, era nato nel 1924 e da ben 66 anni era sposato con Tina Moro. A soli 19 anni, nel 1943, fu richiamato come artigliere alpino a Cremona. Catturato dai tedeschi il 9 settembre e detenuto a Peschiera, fu portato in Toscana nelle zone di guerra ma riuscì a fuggire.
Ripreso, fu mandato in Germania e successivamente a Bergamo, alla Montelungo dove fu graziato dalla condanna a morte e inviato al fronte a Punta Frejus. Dopo la guerra, per quasi trent’anni, Antonio Servalli aveva lavorato di notte negli opifici del fondovalle.
Fra le penne nere è stato il riferimento principale per la ristrutturazione, nel 1978, della cappellina dell’Uccellino, di cui è stato per decenni orgoglioso custode. A piangerne la scomparsa sono i figli Marisa, Gianfranco, Sergio, Ugo e Renata, nipoti e pronipoti.
La salma è composta nella camera mortuaria della casa di riposo del paese. Questa sera alle 20 si terrà una veglia di preghiera, mentre i funerali saranno celebrati domani alle 10 in basilica.

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