Gandino: come si vedrà la valle dall’elicottero?

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14/05/2004
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Egregio Direttore,

in occasione del prossimo Giro d’Italia, che farà tappa in quel di Clusone il 30 maggio, gradirei, se Le è possibile, intervenire affinché le nostre tanto amate e care Valle Seriana e Val Gandino, regine dell’ultima tappa, potessero essere sublimate all’occhio del telespettatore con una telecamera dall’alto dell’elicottero che segue la corsa, ma che vieppiù può mostrare all’occhio ignaro del telespettatore l’Italia che si muove, che cresce, che cementifica!
E vengo al dunque: Gandino, ridente località alle pendici delle Orobie, come detta un bellissimo filmato “Gandino nei secoli”, si sta arricchendo di costruzioni paesaggistiche che neanche il più ingegnoso architetto, o ingegnere (mi scusi il gioco di parole) avrebbe progettato. Dietro un “anonimo” Santuario di San Gottardo, è in fase di costruzione una ingegnosa casa agricola, abitativa, ricreativa che comunque… non creerà alcun danno alla vista del Santuario, o viceversa.
Tale opera sarà sicuramente oggetto e soggetto di un P.R.C. che significa Piano Regolatore Comunale al quale un numero esagerato di Architetti, Ingegneri, Maneggioni vari avranno a suo tempo, nel tempo, spremuto le meningi! Troppo importante il “business” di una tappa del Giro d’Italia, troppo importante, per le riprese dall’alto (vedi dopo) non dare un segno che c’è un’Italia che cresce. Troppo importante farsi gli affari suoi, e metterle nel basso (o metà, vedi sopra) l’interesse di una Comunità!

P.S. Vede che la lettera è intestata, quindi non anonima, ma dopo le recenti risposte, gradirei che fosse Lettera Firmata! Grazie.

Lettera firmata - Gandino

Non sappiamo più costruire in sintonia con la natura. I nostri vecchi, che non avevano architetti (e ingegneri) a supporto, nella logica del risparmio del territorio (allora importante, nell’economia contadina) lo sapevano fare, con soluzioni consolidate e tradizionali, basate sull’esperienza altrui e sui fini che volevano raggiungere: al risparmio del territorio si aggiungeva il senso della comunità, lo stare insieme addossando le case le une alle altre e il risparmio sul riscaldamento, finestre piccole e muri spessi. Gli architetti vogliono lasciare traccia della loro inventiva, pensandosi “artisti”. Chi glielo va a dire che noi li vorremmo solo come onesti “artigiani”? Andrebbero in crisi di identità e ci toccherebbe pagare anche il conto degli psichiatri. Andate avanti voi che a me scappa da ridere… (p.b.)

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