Gandino balla sulle note di campane e mandolini

Domani il concerto dei campanari sui 10 bronzi della basilica E la «Pastorèla» ripropone la musica delle antiche osterie

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26/08/2011
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Serata dedicata alla musica e alla tradizione a Gandino

Estate, tempo di musica e di balli. Non sfugge alla regola Gandino, che ha proposto in più occasioni serate danzanti all'insegna di valzer e mazurke. Domani è in programma un evento di chiusura per «ballare con la tradizione». Ad accompagnare i danzatori di ogni età ci sarà, infatti, una musica del tutto particolare: quella del concerto in Si maggiore delle campane della basilica, che si alternerà alle note della Pastorèla, il gruppo «natalizio» che un tempo proponeva anche musica ballabile nelle osterie. L'iniziativa è nata nell'ambito del programma culturale 2011, che quest'anno è dedicato alla musica e ai musicisti. «La serata – spiega l'assessore Filippo Servalli – mette in evidenza due aspetti peculiari della nostra tradizione, che vanta eccellenze unanimemente riconosciute». Dopo la cena in piazza dalle 19, dalle 21 «dialogo» fra bronzi, chitarre e mandolini. Ci sarà anche una postazione video, che trasmetterà in diretta le immagini della torre, con i campanari impegnati in sonate semplici e a quattro mani.
«La concertazione delle campane della basilica – conferma Fabio Rinaldi del gruppo campanari – fu consacrata il 22 aprile 1788 ed è la prima concertazione italiana di 10 campane a essere stata installata. I dieci bronzi furono creati da Giacomo II Crespi, ditta esistente a Crema dal 1498. Il concerto fu salvato da varie requisizioni, non ultima quella fascista, cui si oppose con grande zelo l'allora prevosto monsignor Giovanni Maconi, che fece in modo che fossero requisiti solo i bronzi delle chiese sussidiarie, poi ricollocati nel 1954». Il campanile, alto 73 metri, fu completato nel 1677. Il Gruppo campanari, presieduto da Celestino Caccia, è composto da una trentina di volontari e negli ultimi anni ha promosso mostre e iniziative specifiche.
Ad alternarsi con le campane nell'inedito concerto sarà la «Pastorèla», formazione di una quindicina di elementi che per tradizione si ritrova all'imbrunire della vigilia di Natale e percorre le vie del centro e delle frazioni di Cirano e Barzizza. Suoni caratteristici, modulati da mandolini, chitarre e flauti, cui si aggiungevano un tempo i violini e le «campanine», lo xilofono con barrette in vetro e cassa armonica in legno.
«La Pastorèla – sottolinea Giusy Bosio, giovane strumentista – è in molti casi un obbligo di famiglia, una tradizione che si tramanda di padre in figlio. Tutto partì da Andrea De Giorgi, figura chiave della storia musicale gandinese e amico di Giuseppe Verdi. Nel 1895 si affezionò a Quirino Picinali, il Manot di Cà da Poz, che appena quindicenne manifestava una forte attitudine nel suonare le campanine. De Giorgi insegnò al piccolo la Pastorale da lui composta, e Quirino prese a suonarla con la chitarra la notte di Natale insieme all'amico Carlo Ongaro che si destreggiava con il mandolino. Ai due si aggregarono due chitarristi e questo consentì a Quirino di aggiungere al complesso le campanine».
«Gli anni in cui il gruppo acquistò pieno vigore – sottolinea Servalli – sono quelli del dopoguerra, in una Gandino allora punteggiata da più di venti osterie. Nelle sale anguste di "Iko" in via Dante o del "Pierenela" in Cima Gandino si sono affinate capacità strumentali di altissimo livello, ma soprattutto si dava vita a una socialità cordiale cui la musica conferiva gioia e allegria».
Una Gandino creativa e volitiva che rinasce… ballando con la tradizione.

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