INTERVISTA AL SINDACO GUSTAVO MACCARI
Sono (già) passati quattro anni. E per qualcuno sembra ancora ieri. Quattro anni di ribaltamento dell’amministrazione leghista (e la Lega che ancora sembra non capacitarsene). Ma già l’anno prossimo saremo in campagna elettorale. Quel giorno del 2007 saranno i cittadini a dare il loro giudizio. Intanto che giudizio dà il sindaco Gustavo Maccari della sua esperienza amministrativa, a quattro anni dalle elezioni del 2002? “Sicuramente un giudizio positivo. Ho intrapreso questa esperienza con spirito di servizio e con una certa ‘curiosità’ e devo dire che sono innumerevoli le occasioni che hanno offerto spunti di soddisfazione anche a carattere personale. Ho potuto sperimentare la ricchezza umana e la fattiva attenzione di tante persone che hanno compreso gli sforzi dell’amministrazione e mi hanno fatto percepire appieno il grande onore che ho di rappresentare Gandino e la sua gente. E’ innegabile che ci siano stati anche episodi di critica e polemica, ma fa parte del gioco. Anzi, credo proprio che la cosa che più mi ha deluso è quella di come, a volte, le critiche dell’opposizione partano da preconcetti assoluti e offensivi a livello personale. Uno stile che assolutamente non contribuisce al bene della comunità e alla sua crescita politica e sociale. E questo è il punto essenziale su cui ho sempre basato il mio agire”.
Solitamente uno parte con tanti buoni propositi, magari con un programma voluminoso, per poi accorgersi che deve fare delle scelte, fare una scaletta di priorità, prendere atto che certe opere non si possono fare. Vediamo quali sono le “opere” che è riuscito a portare a termine, quelle cui tiene di più. “La situazione che ci siamo trovati ad affrontare non era assolutamente semplice. Le precedenti amministrazioni guidate dalla Lega Nord avevano di fatto ‘svuotato’ il Comune delle sue funzioni e delle sue prerogative, affidando parti sostanziali della macchina amministrativa a società private. Nel momento del mio insediamento l’ufficio del Sindaco era relegato nella mansarda del Municipio, i vigili a Nembro e l’Ufficio tecnico di fatto sguarnito, complici le immediate dimissioni dei dipendenti della ‘onnipotente Concossola’. Non è stato facile ridare personalità ed efficienza al Comune e spesso i problemi sono stati di natura economica, in quanto ci siamo trovati con opere completate e pagate sulla carta (esempio Piattaforma ecologica di via Manzoni) ma di fatto non realizzate, oppure con debiti fuori bilancio sorti anche per importi importanti (la sola questione ‘palestra’ ha prodotto un buco di 600 milioni, senza peraltro che l’opera fosse almeno iniziata). Nonostante tutto questo credo che abbiamo realizzato alcune opere importanti e avviato a soluzioni problemi da tempo sul tavolo. Si pensi alla bretella per il Monte Farno, alla Palestra e al Campo sportivo di Cirano, alla Caserma Carabinieri, per la quale abbiamo siglato un’importante convenzione con tutti i comuni della Valgandino. Bisogna poi citare la nuova sede della Biblioteca Civica, i lavori del Piano integrato del Commercio che hanno riguardato l’intero Centro Storico, la strada di Valpiana, i lavori di via Innocenzo e le opere di manutenzione straordinaria alla rete idrica e fognaria che erano in una situazione critica, la nuova Casa di Riposo, inaugurata a luglio e per la quale facciamo appello a tutti i gandinesi perché firmino per la quota del 5 per mille dei redditi, come previsto dalla nuova finanziaria”.
Questo per le opere “materiali”. C’è qualcosa cui tiene e che magari non è visibile sul territorio? “Certamente ‘l’opera’ più importante è stata di carattere politico: abbiamo ridato personalità e credibilità al Comune e di riflesso abbiamo fatto sì che davvero l’amministrazione potesse interpretare al meglio le istanze e i grandi valori umani che la comunità gandinese sa esprimere. Questo si è tradotto in iniziative importanti per il rilancio turistico dove è decisivo l’apporto della Pro Loco che sta compiendo un grande lavoro. Qualcuno ha bollato queste iniziaitive come semplici ‘festini’ di immagine, ma il nostro approccio rispetto a queste materie è di assoluta serietà e (per quanto possibile) disponibilità economica: si tratta di ambiti che sviluppano al meglio e in positivo l’identità del paese, le sue enormi ricchezze e le grandi capacità di tutti i gandinesi. Penso per questo anche all’attenzione che abbiamo sempre posto alle occasioni pubbliche di celebrazione (25 aprile, IV Novembre, Giornata della Memoria) perché la cultura non è assolutamente aspetto meno importante rispetto ad altri più ‘materiali’. Abbiamo sviluppato progetti interessanti rivolti alle politiche giovanili e al mondo della scuola (il Piano di Diritto allo studio sostiene in maniera corposa le scuole di ogni ordine e grado). Abbiamo sostenuto progetti nuovi e innovativi come i progetti Infanzia con gli altri Comuni della Valgandino e dotato di una sede idonea il progetto del Nido in Famiglia, che in tre anni ha triplicato le utenze ed è un punto di riferimento molto importante per le giovani famiglie. Ho elencato soltanto alcuni punti a titolo di esempio, ma credo che tutto questo possa offrire un’immagine più appropriata della comunità di Gandino, che è giustamente orgogliosa della propria storia, delle proprie tradizioni e delle proprie peculiarità”.
Parliamo della Finanziaria e dei tagli ai trasferimenti. Quali conseguenze lei sottolinea per il suo Comune? “Sicuramente le leggi finanziarie degli ultimi anni hanno penalizzato le amministrazioni locali in maniera sostanziale. L’aspetto economico è sempre preponderate e a volte rischia di inficiare l’efficacia politica di scelte da compiere e progetti da sviluppare. La nostra amministrazione ha percorso da un lato un’attenta politica di valutazione delle spese, facendo in modo di gestire al meglio i servizi attraverso le risorse disponibili e ha dedicato grandi sforzi per ricercare progettualità ampie (anche in collaborazione con i comuni vicini) che coinvolgessero anche enti sovraterritoriali. E’ il caso del Piano Integrato del Commercio realizzato grazie al contributo della Regione (un’opera da 700.000 di euro) o di altre iniziative anche di carattere culturale portate avanti grazie all’aiuto della Provincia. Certamente non è facile e lo sarà ancor meno in futuro, ma questo deve convincerci che è sempre più necessario modulare l’attività amministrativa rispetto ai problemi concreti e ai progetti necessari. A livello locale, ancor più che a livello nazionale, la politica dei “proclami”, dei simboli e delle polemiche è fuori dal tempo e dalle necessità della gente”.