Gandinese, un passo verso la finale

Una rete di Masserini risolve la semifinale d'andata contro la Dellese.Il 19 il ritorno a Barbariga

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06/12/2007
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GANDINESE 1
DELLESE 0
RETE
: 25' st Masserini.
GANDINESE (4-4-2): Scarso; L. Morstabilini (28' pt G. Morstabilini), Rinaldi, Salvi, Gualdi; Masserini, Rigamonti, Borlini (21' st Biava), Alberti; Vigani, M. Bazzana (32' st Spreafico). All. Ferraris.
DELLESE (4-4-2): Gandini; Lazzari, Appiani, Grignani, Fontana; Poloni, Mangiavini, Argenterio (20' pt Rossi), Gorlani; Bretoni (28' pt Piovanelli), Panina (19' st Zamboni). All. Vincenzi.
ARBITRO: Serani di Monza (Motta, Butticè).

Non sia mai che una squadra allergica ai pareggi possa incorrere in un anonimo 0-0. Quattordici partite di campionato senza un pari vorranno pur dire qualcosa: la Gandinese non sa proprio cosa sia il segno X. Meglio così, se l'incapacità ad accontentarsi si trasforma nella conseguente molla per lanciarsi verso le vittorie. In campionato, sette successi e sette sconfitte valgono una posizione di classifica più che soddisfacente, a un passo dalla zona playoff, e pure in coppa la mancanza di mezza misure ha regalato cinque vittorie e due sconfitte utili alla qualificazione alle semifinali.
Vittorie che diventano sei, grazie al misurato 1-0 inflitto ieri alla Dellese, nel primo atto della doppia anticamera alla finale regionale, che - il prossimo 6 gennaio - chiuderà la sosta natalizia e aprirà di fatto il nuovo anno calcistico. Per sapere se quel giorno la Gandinese scenderà in campo a difendere la «bergamaschità» del titolo, vinto l'anno scorso dal Ponte San Pietro, bisognerà aspettare il match di ritorno in programma tra due mercoledì a Barbariga (Brescia). Chiaro è che, in quella circostanza, gli uomini di Ferraris farebbero benissimo a chiudere un occhio riguardo alla personale «regola anti-pareggio», in quanto l'unica avvertenza sarà quella di non perdere con due gol di scarto.
Dicevamo di una partita che non poteva finire in parità, anche perché la stessa Dellese, finora, ha evidenziato una tendenza simile a quella dei rossoneri, imbattendosi nel pari solo due volte dall'inizio dell'anno. Stando alle statistiche ci si aspetterebbe dunque una gara palpitante, tra due squadre disposte ad ogni rischio e invece, viceversa, accade l'esatto opposto. Sarà la stanchezza conseguente ai recenti impegni domenicali, oppure l'importanza della posta in palio che, stavolta, consiglia di evitare azzardi, eppure le due squadre finiscono per imbastire un match che per più di un'ora sa di melina. Gioco ordinato a centrocampo e niente più, con ogni azione che viene costantemente fermata molto prima che possa tramutarsi in qualcosa di speciale. Testimonianza di tutto ciò è la mancanza assoluta di sussulti, che induce a pensare che, in questo caso, il risultato a reti inviolate sia qualcosa di inevitabile: nella prima ora di gioco, tutto ciò che succede è un tentativo di Bazzana da posizione angolata che, al quarto d'ora, incoccia sull'esterno del montante.
Ma due squadre che non si sono mai accontentate potrebbero iniziare a farlo proprio quando il gioco si fa duro per davvero? Evidentemente no e la Gandinese capisce che è il caso di scuotersi d'improvviso. È così che, al 20' della ripresa, inizia una nuova partita, con l'assalto dei padroni di casa alla porta bresciana. Comincia Salvi, al 20', con un tiro dalla distanza deviato da Gandini, poi, al 22', è il turno di una sfortunata zuccata di G. Morstabilini (subentrato al fratello Luca, infortunato). Ancora niente. E allora ci pensa Masserini, al 25', a inventarsi l'eurogol: parte da lontano, scambia con Bazzana che gli restituisce la sfera di tacco e scaraventa sotto la traversa di prepotenza. Il finale è ancora di marca bergamasca: Biava ci prova dalla distanza in due occasioni, poi Spreafico costringe Gandini alla parata di piede, prima che G. Morstabilini si faccia espellere per doppia ammonizione. L'unico tiro in porta della Dellese in 90' è una punizione di Gorlani parata da Scarso, al 27' della ripresa. Meno male che la Gandinese è abituata a non accontentarsi.

Autore: 

Matteo Spini

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