Gandinese, salvezza cercasi. «Ma senza sofferenza»

I seriani, protagonisti di un concitato finale di stagione, puntano a un campionato più tranquillo alla guida di mister Gatti, ex Leffe

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Data pubblicazione: 

10/08/2004
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La nuova rosa della Gandinese, che per il secondo anno cercherà di conquistare la salvezza in Eccellenza

Chissà se il prossimo campionato di Eccellenza riserverà alla Gandinese e ai suoi tifosi quello stillicidio di emozioni che caratterizzò il finale della scorsa stagione: i rossoneri andarono allo spareggio-salvezza con la Bergamasca grazie a un gol segnato all'ultimissimo secondo di campionato (altrimenti sarebbe stata retrocessione), poi guadagnarono i playout proprio battendo e condannando la squadra di Zanica nella gara secca di Alzano; quindi, all'ultimo atto con l'Urgnano, firmarono il capolavoro dell'incredibile, con la prima partita persa in casa 0-1 e la seconda ribaltata in trasferta, passando da 1-2 a 3-2 nei minuti di recupero.
«Furono emozioni fortissime - ricorda oggi il direttore generale Roberto Radici - ma saremmo tutti pronti a riviverle: a patto, ovviamente, di poterle scambiare con un'altra salvezza». Perché la prima parola che rimbalza per il campo di Ponte Nossa, dove i giocatori del presidente Tonino Bosio hanno iniziato a lavorare ieri mattina, è ancora quella, la fatidica permanenza in categoria. «Magari un po' meno sofferta - prosegue Radici - però al tirar delle somme quello è il nostro obiettivo e noi dobbiamo esserne consapevoli: nessun volo di fantasia, nessun colpo di testa, soltanto tanto impegno e voglia di arrivare fino in fondo. La Gandinese è questa, è la squadra dei giovani disposti a buttare nella mischia la loro freschezza, con tanta voglia di far bene e mettersi in mostra: dobbiamo essere la Grecia dell'Eccellenza, il ruolo dell'Italia e della Francia lo lasciamo tranquillamente agli altri».
Fuor di euro-paragone, resta la realtà di un campionato lungo e impegnativo, con molte incognite in più di quello precedente: «Il secondo anno è sempre più difficile, perché svanisce l'effetto sorpresa e per buona parte anche l'entusiasmo dei debuttanti. Inoltre, di questo girone ricco di milanesi, lecchesi e comasche, sappiamo ben poco e dunque occorrerà muoversi con accortezza per evitare brutte sorprese».
Non mancano, comunque, le certezze su cui fondare la nuova avventura: «In primo luogo, abbiamo fiducia in chi è rimasto: chiuso un ciclo e salutato tanti protagonisti di questi ultimi anni molto posiviti, come mister Masserini, o i vari Claris, Salvatoni e Mutti, siamo pronti ad aprirne uno nuovo. In un organico abbastanza rodato abbiamo inserito un giocatore per reparto, puntando sulla loro esperienza e affidabilità: credo che la squadra sia competitiva il giusto, anche perché affidata a un allenatore come Giorgio Gatti che ha senz'altro le qualità per pilotare il gruppo verso i suoi obiettivi».
Tra l'altro, il nome del nuovo tecnico risuona alquanto conosciuto fra i monti della Val Seriana, non fosse altro che per la lunghissima militanza vantata nelle file del Leffe che gli permette, dice lui che sale dalla Bassa, «di fare queste strade ormai a occhi chiusi». E di chilometri ne farà davvero tanti anche la sua Gandinese, imbottigliata in un girone che la costringerà a prendere ripetutamente il pulman e peregrinare fra i campi di Lora Lipomo, Maslianico e via girovagando. «Non so - riflette mister Gatti - se sarebbe stato meglio finire in un girone zeppo di bergamasche, ma di sicuro, più che sulle caratteristiche degli avversari, dovremo puntare sulle nostre qualità. Il mio è un organico giovane, battagliero, che a una buona base tecnica deve unire la voglia e l'umiltà di chi ha ben presenti i propri obiettivi».
Sarebbe una bella soddisfazione anche per lui, che dopo la breve parentesi dello scorso anno a Calcio ha tanta voglia di rimettersi in gioco. «Ho scelto Gandino perché credo di potervi trovare un buon ambiente, dove la gente sa cosa ha e cosa vuole, e dunque non chiede nulla di più di quello che si può oggettivamente ottenere. Se accanto a tanto carattere troveremo anche quel pizzico di fortuna che non guasta mai, non escludo ci si possa togliere buone soddisfazioni».

Autore: 

G. D. C.

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