Gandinese come Zemanlandia

Eccellenza: i seriani ricordano il Lecce perché hanno un rapporto intenso col gol Bomber Spampatti balza al comando dell'Oscar: «Merito del gioco di mister Gatti»

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16/11/2004
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Gandinese in campo, spettacolo in scena. Mister Gatti come Zeman, Spampatti sulle orme di Bojinov: ormai è certo, la squadra rossonera è il Lecce dell'Eccellenza, le sue prestazioni non annoiano mai, i suoi alti e bassi sono scosse adrenaliniche spalmate sui 90'.
Qualche dato, per capirci: in undici giornate di campionato, la spumeggiante compagine di Gandino ha segnato 24 reti e ne ha subite 21. Il che significa che il suo attacco è fra i migliori della categoria (in tutta la Lombardia, hanno fatto meglio soltanto il Fanfulla, che sta dominando il girone A, e la Tritium boom-boom); e vuol dire anche che la difesa prende gol come pochi altri nei dintorni (Brera, Bovisio, Castelleonese: cioè le ultime in classifica nei tre gironi regionali). E non c'è stata partita in cui il tifoso pagante si sia potuto pentire della sua spesa: la Gandinese è andata a segno tutte le domeniche, esattamente come, guarda caso, in tutte le domeniche lo hanno fatto i suoi avversari. Lo 0, sui tabellini rossoneri, è un numero che non esiste.
Inevitabile che, da tale sagra della rete gonfiata, sortisse il nuovo cannoniere del torneo. Fabio Spampatti è stato il grande protagonista della vittoria (3-2) ottenuta sul campo della Galbiatese, siglando la sua seconda, rutilante tripletta stagionale (lo aveva già fatto con il Merate). «Una partita giocata molto bene nel primo tempo - racconta il 24nne attaccante di Casnigo, scuola AlbinoLeffe, lo scorso anno al Palazzolo in C2 -, tanto da chiuderlo sul 3-1; poi la ripresa è stata più sofferta, perché gli avversari si sono fatti sotto e noi siamo rimasti in dieci».
Insomma, c'è stato da stringere i denti, da farsi venire ancora il mal di testa, per questa squadra che tre partite fa fu capace di recuperare in poco tempo da 0-3 a 3-3 contro il Nibionno. «Effettivamente, le nostre partite sono un po' movimentate: meglio, no? Così c'è più spettacolo…». Nulla da eccepire, a parte il fatto che magari il portiere Roggerini si diverte un po' meno. «In ogni caso - prosegue Spampatti - non si devono fare distinzioni radicali: non è che segniamo tanto per esclusivo merito degli attaccanti e prendiamo gol per totale colpa dei difensori. Nel calcio conta sempre il lavoro di squadra: sia la fase offensiva che quella difensiva partono da lontano e vedono partecipare, nella impostazione o nella copertura, l'intero collettivo».
Che sia allora una questione di modulo, o magari di sfrontatezza giovanile? «Abbiamo provato a giocare con due punte, ma anche con una punta e due trequartisti: i gol sono arrivati in un modo e nell'altro. E poi il recente arrivo di Oldoni ha aumentato il tasso di esperienza, portando sicurezza, personalità e classe in mezzo al campo: non dimentichiamo i suoi due assist di domenica». E allora, molto probabilmente, il tutto va ricondotto all'atteggiamento del collettivo, con logica finale: «Mister Gatti ci ripete sempre di andare in campo e cercare di far gioco, di trarre risultato da tutti i palloni, invece di buttarli avanti in qualche modo. E questa è la mentalità più giusta: può darsi che a volte ci si sbilanci un po' troppo, ma l'importante è farne sempre uno in più degli avversari, no?».

Autore: 

Gigi Di Cio

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