«Fusione frenata: complotto»

Valle Seriana, la Lega critica lo stop all'unione dei Consorzi di depurazioneI colleghi replicano: nessuna manovra, ma dubbi sulla validità del progetto

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18/10/2007
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DEPURATORE L’impianto di Ranica
Valle seriana «Un blitz del centrosinistra, più attento alla ripicca politica che all'interesse dei cittadini», è l'accusa della Lega. La mancata fusione tra il Consorzio territorio e ambiente Valgandino e il Consorzio di depurazione della Valle Seriana inferiore - saltata davanti al notaio l'agosto scorso, per la marcia indietro all'ultimo minuto di alcuni Comuni (i 5 della Valgandino, ma anche Nembro) che ha fatto mancare il quorum del 70% - continua a far discutere. Intanto, per fine ottobre, il Consorzio di Ranica ha convocato un'assemblea, in cui si chiederà nuovamente ai sindaci la strada da intraprendere: perseverare nella fusione (sostenuta dai leghisti) o abbandonare questa idea.

la carica dei leghisti
La pausa presa dal fronte dei contrari e degli indecisi sta durando un po' troppo per gli amministratori leghisti della zona, sostenitori dell'operazione. «Ci sembra più una presa di posizione politica, che un'azione per il bene dei cittadini», dicono. «Avevo il mandato per fare la fusione, non me la sono sognata di notte», ricorda il sindaco di Cene e presidente del Consorzio di depurazione Media Valle Seriana Giorgio Valoti (Lega), parlando del dietrofront a tradimento. Valoti snocciola i vantaggi: «La fusione permette la riduzione dei Consigli d'amministrazione e dei costi vivi, con un risparmio di almeno 50 mila euro all'anno. E poi di tenere le nostre risorse qui in valle, senza che vengano disperse nel calderone della provincia, diventando interlocutori credibili di Uniacque (la società di via Tasso per la gestione unica del ciclo idrico integrato, ndr)». Ricadute positive soprattutto per la Valgandino (che invece ha manifestato le perplessità più forti), «dove oggi il Consorzio è una struttura piccola e ha dei costi enormi. Avevamo proposto anche di portare la sede della società a Gandino». Posizione condivisa da Roberto Anelli, sindaco di Alzano e coordinatore dei sindaci leghisti della Valle Seriana: «Il passo indietro a sorpresa sa tanto di tam tam tra i sindaci di centrosinistra. Tutto è giustificabile, però se c'erano dei problemi andavano messi sul tappeto prima, non col notaio davanti». Opinabile, secondo Anelli, anche la giustificazione per il repentino cambio di rotta: «Si è detto che la nuova società si sarebbe contrapposta a Uniacque. Strano, visto che la Provincia ha votato a favore della fusione, non intravvedendo alcun pericolo di concorrenza. Anzi, la fusione è proprio necessaria in questa fase di traghettamento verso il funzionamento a pieno regime di Uniacque».

La proposta di Nembro
Si tratta invece di una polemica strumentale per Eugenio Cavagnis , sindaco di centrosinistra di Nembro, indicato come il capofila dei «dissidenti». «Nella nostra scelta - dice - non c'è stata assolutamente una valutazione politica. Nei rapporti con gli altri sindaci della valle non hanno mai contato le tessere che hanno in tasca, quanto le loro proposte. Ci ha guidato esclusivamente una ragione di sostanza: non si può attribuire alla nuova società il compito che abbiamo attribuito a Uniacque, cioè la gestione del ciclo idrico integrato». Cavagnis ribadisce l'apertura, «a patto che si sia disposti a rivedere l'oggetto sociale. Già all'inizio del 2007 avevamo detto che eravamo favorevoli alla fusione a condizione che il Consorzio si occupasse d'altro, come, ad esempio, di infrastrutture pubbliche in ambito di Comunità montana. Nello statuto, invece, ora si indicano finalità che non hanno nessuna valenza di servizio al cittadino, come la vendita di energia elettrica e metano o gli studi in campo ambientale. Tra l'altro impossibili da portare avanti con un solo addetto amministrativo a metà tempo».

La Valgandino
Anche il sindaco di Gandino Gustavo Maccari , a capo di una lista civica trasversale, smonta la teoria del «complotto politico», facendo notare come il gruppo dei contrari sia «misto»: «Le mie idee politiche sono lontane anni luce da quelle di Cavagnis e nel documento sottoscritto dai Comuni per chiedere tempo, ci sono anche Cazzano, retto dai leghisti, e tre liste indipendenti, tra cui la mia». Maccari riconosce che «ci si è fermati all'ultimo momento. Ma le perplessità erano troppe e richiedevano una riflessione». La proposta del collega di Nembro (cioè cambiare vocazione al Consorzio), per Maccari «non è condivisibile da tutti. Non sono d'accordo sull'accanirsi sullo statuto, ma Cavagnis ha sicuramente ragione quando dice che non bisogna entrare in concorrenza con Uniacque, di cui peraltro siamo soci».

Autore: 

Benedetta Ravizza

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