Funghi, scoppia la guerra dei tesserini

L'associazione micologica «Bresadola» contro il regolamento del Comune: è fuori tempo massimo

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28/08/2008
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I micologi dell'associazione «Bresadola» contestano il nuovo canone per la raccolta di funghi a Gandino e invitano i raccoglitori a fare ricorso al giudice di pace in caso di contenziosi sul mancato pagamento del tesserino.
Il territorio Gandino infatti dallo scorso Ferragosto non è più zona franca per i raccoglitori di funghi, così come è stato da sempre insieme ai boschi della Val del Riso e di Ponte Nossa. Con la delibera comunale 77 del 6 agosto si impone il pagamento di un canone e il rispetto del regolamento adottato dallo stesso Consiglio a luglio. La decisione viene però contestata dal gruppo dell'associazione micologica «Bresadola» di Villa d'Ogna e in proposito interviene il responsabile del sodalizio «Bresadola» Pierino Bigoni: «L'amministrazione di Gandino aveva tutto il diritto di imporre un nuovo tesserino a pagamento, o canone o comunque lo si voglia chiamare, non ha però rispettato le scadenze di legge e quindi niente le è dovuto per il 2008. Richiamo per chiarezza proprio la legge regionale citata nella delibera di approvazione, la 24 del 26 giugno 1997, comma 2, quindi a loro ben nota, che obbliga l'assunzione di tale deliberazione entro e non oltre il 31 marzo di ogni anno nel quale si voglia riscuotere la tassa sui funghi. Sull'imbarazzante questione ho sentito telefonicamente il presidente nazionale dell'associazione micologica, nonché Presidente della Federazione micologica lombarda, Luigi Villa, che ha convenuto l'inefficacia del provvedimento del comune di Gandino e mi ha fatto portavoce del suo dissenso».
«Voglio perciò dire agli amici dei funghi che si trovassero a raccoglierli nel territorio in questione, qualora fossero multati per non aver corrisposto nessun obolo al Comune, di recarsi con serenità dal Giudice di Pace per annullare il procedimento amministrativo. Mi auguro che si congeli la delibera e si evitino inutili questioni giudiziarie».
Intanto sono già circa 200 i tesserini staccati in meno di quindici giorni a Gandino, da parte dei cercatori di funghi. «Il Comune di Gandino – ha spiegato Il vicesindaco Roberto Colombi –, nell'ambito della sua autonomia regolamentare e finanziaria, ha introdotto, il tesserino per la raccolta dei funghi sul proprio territorio. I permessi a oggi rilasciati sono ripartiti fra residenti (che pagano la quota base di 10 euro stagionali) e non residenti. Si è ritenuto di dare corso alla regolamentazione ritenendola urgente, stante un'accesso spesso incivile ai boschi, patrimonio a cui questa amministrazione tiene particolarmente. I proventi derivanti dai tesserini, secondo un preciso vincolo espresso nel nuovo regolamento, sono destinati a finanziare attività connesse alla salvaguardia del territorio montano nonché all'informazione e all'educazione ambientale».
Il Comune ha inoltre chiarito la propria posizione, riguardo la dubbia validità del nuovo tesserino, in una lettera indirizzata al Corpo Forestale. In essa si legge fra l'altro che «il termine stabilito dalla Legge regionale 23 giugno 1997 nr. 24 si configura come termine ordinatorio, atteso che in detta disposizione non è prevista alcuna eventuale sanzione o decadenza in caso di mancato rispetto di tale termine. Sicchè rientra nell'autonomia organizzativa comunale adottare i provvedimenti previsti dal comma 1 dell'articolo 2 della suddetta legge regionale. Le ipotesi di illegittimità che comportino annullabilità o nullità del provvedimento amministrativo devono essere espressamente previste dalla medesima norma violata o altra di pari rango. Pertanto la delibera consiliare (quella di adozione del regolamento, ndr) è pienamente efficace dalla data della sua adozione in quanto è stata dichiarata immediatamente eseguibile».
In sostanza il Comune ritiene che il regolamento approvato è pienamente valido in quanto il termine stabilito dalla legge non è perentorio (cioè ultimativo), ma tende semplicemente a dare un criterio organizzativo all'approvazione.
In questi giorni sono stati effettuati controlli a campione sui cercatori: non sono state comminate sanzioni in quanto sono risultati in regola sia col permesso che con il quantitativo raccolto.
«Resta forte l'auspicio – conclude Colombi – che possa intervenire in un futuro prossimo una regolamentazione a livello vallare o provinciale che eviti il moltiplicarsi di diverse autorizzazioni. Questo rende complessa la questione soprattutto a Gandino, i cui boschi confinano in quota con diversi comuni che hanno regolamentazioni e costi diversi. Gandino è il più economico: 10 euro i residenti e 40 i forestieri per lo stagionale, contro i 25, 50, 70 euro di Clusone e i 10, 52 euro di Rovetta».
 

Autore: 

Cinzia Baronchelli, Giambattista Gherardi

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