Zambaiti: ora le elezioni, in Europa mandiamo parlamentari competenti I sindacati: avanti con la concertazione, è l'unica strada da seguire
«Finalmente ci hanno ascoltati». È questo il commento unanime di industriali e artigiani del tessile al ritorno dalla missione a Roma. Con una scaramanzia: gli applausi si faranno ad accordi e documenti scritti nero su bianco.
Gino Zambaiti , presidente del gruppo Tessili dell'Unione industriali di Bergamo, sintetizza così: «È chiaro che non abbiamo risolto tutto, però qualcuno ci ha dato retta sul serio. L'incontro è stato molto positivo perché ha mostrato una forte compattezza del territorio: in commissione alla Camera e al ministero si è presentata una comunità che difende i suoi interessi e fa sistema. Questo ci ha permesso di ottenere interventi che danno una mano nell'immediato a chi è in difficoltà e disegnano una prospettiva che ci consente di guardare con più fiducia al futuro, un futuro che forse non sarà per tutti, ma per chi sa cogliere questo momento di trasformazione».
I temi di lungo respiro che più stanno a cuore al settore tessile sono l'obbligatorietà anche in Europa del marchio del Paese d'origine, la proroga dell'accordo Multifibre che fino al 1° gennaio 2005 limita le importazioni tessili da Paesi emergenti come la Cina e la riforma del sistema doganale per avere controlli più severi sulle merci in entrata, non solo per contrastare importazioni illegali e contraffazioni, ma anche per rispedire al mittente prodotti contenenti sostanze nocive bandite in Europa e ammesse altrove. E parlando di Europa è inevitabile pensare alle elezioni ormai vicine. Zambaiti aggiunge: «Per noi è strategico, fondamentale e irrinunciabile avere europarlamentari competenti e capaci di muoversi a Bruxelles, che conoscano a fondo le questioni del territorio e vadano là a fare il loro mestiere con la presenza, gli italiani sono assenteisti, la capacità di sostenere le trattative e una conoscenza adeguata della burocrazia europea. I partiti dovrebbero fare dei corsi di formazione ai loro candidati».
Sul fronte tessile industriali e artigiani si sono alleati. L'interesse è comune, spiegano: i primi vivono se ci sono i secondi e viceversa. Per questo gli industriali si sono mobilitati per un'azione che, ad oggi, ha dato il risultato più immediato a favore delle aziende con meno di 15 addetti e degli artigiani con l'allungamento da due a sei mesi del sussidio simile alla cassa integrazione previsto per il settore e finanziato dall'Elba, l'ente bilaterale lombardo degli artigiani. Giuliano Corlazzoli , intervenuto ieri per il Comitato unitario dell'artigianato bergamasco, che riunisce le tre sigle Associazione, Unione e Cna, spiega: «Oggi con un ammortizzatore limitato a 60 giorni per anno solare rischiamo di arrivare alla fine dei due mesi e dover tagliare posti. Noi non abbiamo l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e potremmo farlo, ma non vogliamo. Il nostro obiettivo è superare il momento di difficoltà senza perdere professionalità, cosa che sarà possibile con i sei mesi che dovrebbero esserci concessi dal provvedimento urgente sugli ammortizzatori sociali. Ora speriamo che l'attenzione ricevuta dalla politica prosegua anche in futuro».
E infatti Gianfranco Bosio , portavoce del Comitato dei piccoli imprenditori della Valle Seriana che rappresenta una settantina di aziende con 750 dipendenti, si affretta a sottolineare: «Siamo soddisfatti, ma per ora non abbiamo niente di scritto e di sicuro non ci fermiamo qui. A fine giugno saremo a Bruxelles, al Cese (Comitato economico sociale europeo) in occasione di un intervento di Antonello Pezzini sui temi europei che ci interessano: marchio, accordo Multifibre, dazi e dogane». Una questione, quella dei controlli sulle merci in entrata, che non è solo economica: «È un problema di tutela del consumatore», sottolineano gli imprenditori. L'ultimo commento di Bosio è per l'unità ritrovata del settore tessile: «Rispetto a due mesi fa, quando in prefettura avevo evidenziato lo scollamento delle parti sociali, devo dire con soddisfazione che finalmente si vede Bergamo che si muove in modo unitario».
Anche dal mondo sindacale le reazioni al termine della giornata romana di ieri sono positive.
«È stata una mattinata proficua - dice il segretario provinciale della Uil, Roberto Prometti , che con l'imprenditore Gino Zambaiti, ha presentato in commissione parlamentare il documento elaborato da Unione industriali, Associazione artigiani, Unione artigiani, Cna e Cgil, Cisl e Uil - ai parlamentari abbiamo evidenziato la situazione di disagio che ha toccato anche una provincia come la nostra. Non è mancata da parte mia neppure un'analisi storica dell'economia bergamasca. Il ruolo svolto, ad esempio, nel Rinascimento, nel Settecento, quando è stata creata da noi un'industria manifatturiera di grande portata, e anche nel Risorgimento, quando Garibaldi ha fatto tingere di rosso a Gandino le camicie dei Mille pronti per la spedizione». Una frase questa che, stando ai presenti, è stata apprezzata da molti membri della commissione.
«Per noi - aggiunge Prometti - non si tratta comunque di una situazione di irreversibile declino. E la commissione ci ha dato atto che per la prima volta una provincia si presenta con un valido progetto di sviluppo sinergico e concertato. Con Stucchi poi ci siamo recato al ministero del Lavoro dove il ministro Maroni ci ha spiegato che, assieme al ministro dell'Economia Tremonti, cercherà di inserire anche Bergamo negli aiuti previsti dalla Finanziaria, all'articolo 3 comma 137. Si tratta in pratica di misure di sostegno identiche a quelle già previste per le aree di Prato, Biella e le Marche». Il 1° giugno la delegazione bergamasca si ritroverà al ministero a Roma per firmare questo protocollo che prevede l'applicazione degli ammortizzatori sociali, vale a dire della cassa integrazione straordinaria, anche per i lavoratori delle aziende tessili industriali con meno di 15 dipendenti e delle imprese artigiane per il secondo semestre 2004. Per la Bergamasca la copertura finanziaria dovrebbe arrivare ad interessare un massimo di 2 mila lavoratori.
«Abbiamo dimostrato che i problemi si possono affrontare - aggiunge Domenico Bigoni , della Cisl, che ha sostituito a Roma il neo-segretario Gigi Petteni, impegnato nella composizione della nuova segreteria cislina - con la concertazione, lavorando insieme tra sindacato, istituzioni e datori di lavoro. E i primi risultati ci sono, come dimostra l'estensione degli ammortizzatori sociali anche alle piccole imprese che di norma sono escluse dai benefici della cassa integrazione straordinaria. Siamo anche l'unico settore tessile integrato comprendente l'intera filiera, dal chimico al tessile al meccanotessile». Tra gli obiettivi vi sono la proroga dell'accordo Multifibre che prevede il contingentamento delle importazioni dai Paesi in via di sviluppo e anche la lotta alla contraffazione, alle importazioni illegali.
«La giornata di oggi - commenta Maurizio Laini , segretario provinciale della Cgil - non risolve i problemi del tessile bergamasco, che devono essere affrontati con una pluralità di strumenti. Per ora stiamo solo tamponando le crisi. Gli incontri non sono comunque stati inutili, anche se vorremmo sapere se il governo ha davvero l'intenzione di sostenere il settore. In questo comparto, a mio avviso, c'è qualcosa da salvare e sostenere ma anche qualcosa da riconvertire. Occorrono politiche adeguate. La giornata romana ha visto un risultato importante anche se difensivo, si tratta di vedere se si attuerà anche una politica offensiva di cui però per ora non abbiamo visto traccia. Di positivo emerge comunque la concertazione che il mondo economico bergamasco ha saputo dispiegare, di fronte al quale i parlamentari si sono addirittura stupiti».
Conclude il segretario provinciale della Cisl, Gigi Petteni : «Questi primi segnali - che, d'accordo, vanno poi concretizzati - dimostrano che la concertazione è l'unica via, la strada maestra per affrontare i problemi del territorio. Da solo, oggi, non ce la fa più nessuno. Solo con una politica concepita e realizzata in sinergia (anche con enti come la Provincia) con tutti può dare dei risultati. Ma è importante anche avere progetti comuni. Dunque concertazione e progettualità sono le armi che ci possono consentire di affrontare queste sfide difficili. Non abbiamo risolto problemi ma posto alcune attenzioni per avvicinarci ad una soluzione».