Filo di Gandino a bordo campo del Meazza

La Tessiture Pietro Radici è il primo produttore italiano di filato per superfici sinteticheControlla il 20% del mercato europeo e con la sua produzione annua si possono realizzare 400 stadi

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03/04/2005
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La sede delle Tessiture.

Per ora è arrivato alla linea di bordo campo, ma il filato di polietilene Radigreen, realizzato dalla Tessiture Pietro Radici di Gandino (divisione textiles di Radici Group) conta in futuro di arrivare al centro dello stadio calcistico forse più prestigioso di Italia quello del Meazza di Milano. Durante la pausa natalizia il bordo campo di San Siro è stato infatti pavimentato con erba artificiale realizzata dalla Limonta Sport di Cologno al Serio utilizzando il monofilo prodotto dalla Tessiture Pietro Radici. La differenza balza all’occhio: un po’ depressa l’erba vera del campo, di un verde brillante quella sintetica. Per il superamento della linea bianca è ormai però solo questione di tempo, dopo l’autorizzazione dell’Uefa alla disputa a partire dalla prossima stagione di match internazionali su campi artificiali e il recente parere favorevole della Figc all’utilizzo di erba sintetica anche nei campionati professionistici italiani.
La produzione di filo per erba sintetica è iniziata a Gandino alla fine degli anni Ottanta, ma l’autentico boom c’è stato in questi ultimi cinque anni quando è iniziata una più ampia richiesta per applicazioni sia decorative (bordi piscina, finti giardini), sia sportive, per interni e per esterni, non solo nel calcio, ma anche in altre discipline, dal tennis al golf. Accanto al filato, che viene poi venduto alle varie ditte che realizzano i «tappeti» per i campi da gioco, è da ricordare che la Tessiture Pietro Radici ha anche un’altra produzione: il tessuto non tessuto «spun bonded» in polipropilene, utilizzato nei comparti igienico medicale, agricolo, roofing (pavimentazioni), arredamento e articoli monouso. In questo campo la società opera con il marchio Dylar, nato negli anni Novanta.
Con queste due produzioni, l’azienda di Gandino, che conta attualmente 150 dipendenti, ha realizzato nel 2004 un fatturato superiore ai 31 milioni di euro, più o meno suddiviso in maniera paritetica nelle due aree, con una crescita di oltre il 10 per cento sul 2003. Per il 2005 è previsto un consolidamento del trend di crescita. Nel calcio le buone prospettive del filo per l’erba sintetica vanno oltre al debutto nel "grande football". Se gli stadi sono un promettente mercato futuro, oltre che una prestigiosa vetrina, ora sono già una realtà gli oratori e i campi del settore dilettantistico, dove la richiesta è in costante crescita.
A fronte del successo di questa superficie, la Lega Nazionale Dilettanti, che ha introdotto il sintetico nella stagione 2002/03, nei mesi scorsi ha fissato precise linee-guida per l’impiantistica dei manti artificiali. Senza dimenticare poi che diverse squadre di Serie A, come Milan, Inter o Parma utilizzano già terreni sintetici per gli allenamenti infrasettimanali. Per far fronte a una domanda attesa in crescita, anche al di là del calcio, la Tessiture ha effettuato consistenti investimenti. Sono stati già spesi sulle tre linee di produzione oltre due milioni di euro per aumentare del 40% la capacità produttiva del Radigreen. E adesso è la volta di investimenti sulle tre linee del tessuto non tessuto (oltre 7 milioni di euro entro fine anno) per aumentare anche su quest’attività del 40% la capacità produttiva. «Riteniamo importanti entrambe le produzioni e vogliamo procedere di pari passo - spiega il direttore generale Enrico Buriani - E allo stesso tempo puntare sullo sviluppo tecnologico e sulla ricerca, attività fondamentali per il futuro dell’azienda».
Attualmente la Tessiture Pietre Radici è il primo produttore italiano di filo per superfici sintetiche e il secondo in Europa, con una quota intorno al venti per cento del mercato continentale, equivalente a circa 400 campi regolamentari di calcio a undici all’anno. A questa produzione va poi aggiunta quella legata alle applicazioni non sportive. «Circa la metà della produzione di Radigreen è venduta fuori dall’Italia, principalmente in Europa . continua Buriani- Per il futuro prevediamo una buona espansione anche sui mercati statunitense, sudamericano e sudcoreano per fornire produttori locali. In America siamo già presenti e abbiamo iniziato ad avere buoni risultati in particolare dalla fine dell’anno scorso, nonostante l’effetto cambio sfavorevole». Un fattore competitivo importante per il mercato americano è l’aggiudicazione, a inizio 2005, della certificazione STC (Syntethic Turf Council), l’ente statunitense che regolamenta il mercato delle superficie in erba. E non è escluso che in futuro si possa prevedere l’avvio di una produzione anche in America: una decisione in merito dovrebbe essere presa nei prossimi mesi. «Oltre che nel potenziamento della capacità produttiva - conclude Buriani - gli investimenti sono stati effettuati anche in apparecchiature di laboratorio e nella realizzazione di una nuova linea pilota, al servizio esclusivo della ricerca, un investimento da 200 mila euro molto importante dato che permette di verificare sul campo macrocampioni di prodotti». È in questo reparto, che conta quasi dieci persone, vengono sperimentati nuovi materiali, formulazioni e additivi per migliorare la qualità e la caratteristica dei prodotti, dalle proprietà antifiamma alla resistenza agli acidi, e crearne di nuovi, sempre più simili all’erba naturale.

Nata nel 1941 per fare coperteLa Tessiture Pietro Radici, nata nel 1941, di fatto l'industria capostipite del gruppo Radici, negli anni ha radicalmente cambiato produzione. Di coperte ormai non si parla più da anni. Nel tempo l'azienda ha compiuto un progressivo spostamento dall'attività originaria nel tessile più tradizionale ad una produzione inquadrabile nel tessile più tecnologico.
Il cambiamento dell'area di business, sancito dall'incorporazione nel 1997 della Radici Spun di Gandino e dell'Art di Vall'Alta, oltre che da un rinnovamento del parco macchine, ha avuto l'ultimo passaggio nella scissione effettuata alla fine del 2003, quando è stata data vita, con la biellese Pratrivero Srl di Trivero, a una joint-venture al 50 % (la Pratrivero Spa), leader europeo nello "stitch bond", il tessuto non tessuto sintetico che si utilizza prevalentemente nei rivestimenti per materassi.
Alla Pratrivero Spa, che ha un fatturato di circa 20 milioni di euro, sono stati conferiti i due stabilimenti di Trivero (Biella) della Pratrivero e quello di Gandino-Pratobello della Tessiture Pietro Radici, già dedicato alla produzione "stitch bond", con un'ottantina di dipendenti. La Tessiture Pietro Radici ha invece mantenuto lo stabilimento di Gandino via Foscolo dove continua a realizzate, in autonomia societaria, le produzioni non comprese nell'operazione Pratrivero: il tessuto non tessuto sintetico "spun bond" e agugliato e i filati per erba sintetica, che costituiscono le due attività nelle quali si è focalizzata l'azienda.

Autore: 

Stefano Ravaschio

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