Festa per S. Maria degli Angeli

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Data pubblicazione: 

22/08/2014
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La chiesa di S. Maria degli Angeli di Valpiana addobbata a festa

Sono arrivati anche dalle steppe dell’Asia gli auguri per i 60 anni della chiesa di S.Maria degli Angeli di Valpiana, a Gandino, teatro dell’annuale festa. Monsignor Angelo Gelmi, vescovo ausiliare emerito di Cochabamba in Bolivia, ha concelebrato la Messa con il parroco don Innocente Chiodi e monsignor Paolo Rudelli, giunto da Roma dove è impegnato alla Segreteria di Stato. Numerosi i fedeli che, dopo il rito celebrato nella chiesina, hanno partecipato alla processione fra i vicini pascoli. Costruita negli anni ’50 La piccola chiesa di Valpiana, ai piedi della Malga Lunga, fu eretta nei primi anni ’50 su iniziativa dal parroco di Gandino monsignor Giovani Maconi, che intendeva favorire la partecipazione alla Messa domenicale di malghesi e villeggianti, allora stimati in almeno 400-500 persone.
Il progetto fu affidato a Carlo Montecamozzo (in quegli anni attivo per opere in oratorio). Il cantiere coinvolse centinaia di volontari della comunità, compresi gli alpini che organizzarono specifiche gite di lavoro. Il 5 agosto 1951 fu posata la prima pietra, mentre nel 1952 il pittore gandinese Vincenzo Ghirardelli completò la grande pala d’altare, con la Madonna degli Angeli librata sui pascoli di Valpiana. Del 1957 è invece l’affresco esterno di Remigio Colombi. La cerimonia ufficiale di dedicazione si svolse domenica 22 agosto 1954: monsignor Maggi (già missionario e prigioniero in Cina) consacrò l’altare in una giornata di pioggia, avviata al mattino con il ritrovo di fedeli e autorità presso la Basilica e la salita a piedi.
La strada carrabile arrivò infatti solo una ventina d’anni dopo, esattamente nel febbraio del 1973. Botti, falò e musica La festa anche quest’anno è stata accompagnata da botti fragorosi con i particolari cannoni al carburo e grandi falò.
Un particolare augurio è arrivato, grazie a Pro loco Gandino e Geomusic, con il concerto pomeridiano del quartetto Hosoo Transmongolia. I canti tipici della Mongolia occidentale, più precisamente dei monti Altai, hanno ipnotizzato un folto pubblico, regalando suadenti armonie con violini e tastiera a testa di cavallo (lo strumento a corde tipico della Mongolia), il violino basso, l’oboe mongolo e altri strumenti a pizzico e a corde. In serata, nell’antico chiostro di S.Maria ad Ruviales in paese, il gruppo ha tenuto un’applaudita esibizione a chiusura della rassegna provinciale Andar per Musica.

Autore: 

Giambattista Gherardi

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