«Faceva la cresta sulle cremazioni». Nei guai socio di un’impresa funebre

L’accusa: conferiva i resti al forno di Cinisello Balsamo, dove la documentazioneveniva falsificata. Ai domiciliari anche il direttore del cimitero e il suo vice

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Data pubblicazione: 

29/06/2012
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C’è l’ombra di una truffa sulle operazioni per la cremazione dei resti nel forno del cimitero di Cinisello

I resti da cremare venivano portati al forno del cimitero nuovo di Cinisello Balsamo, dove il direttore e il suo vice, secondo le accuse, alteravano la documentazione facendo figurare un costo minore, per poi intascarsi e spartirsi la differenza, o non registrando l’operazione.
Questa la presunta truffa che i carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni, appartenenti al Gruppo di Monza, ritengono di aver scoperto nel corso di un’indagine iniziata nel marzo 2011 e culminata ieri mattina con l’esecuzione di un’ordinanza firmata dal gip di Monza nei confronti di tre persone, per le quali sono stati disposti gli arresti domiciliari: si tratta di Marco Biscotti, 51 anni, direttore del cimitero di Cinisello Balsamo, Michele Masciulli (il vice), 53 anni, e Gabriele Boschiroli, 45 anni, socio (con altre persone estranee alle accuse) di un’impresa di onoranze funebri a Gandino.
Nell’inchiesta, denominata «operazione Thanatos » e coordinata dal sostituto procuratore Salvatore Bellomo, risultano anche altre 8 persone indagate a piede libero (si tratterebbe di titolari o dipendenti di imprese di pompe funebri bergamasche).
Secondo gli inquirenti «i maggiori introiti illeciti – come recita un comunicato dell’Arma – venivano incamerati dai due dipendenti comunali e dal titolare dell’impresa di onoranze funebri, promotori e ideatori del sistema illegale».

Le cremazioni
La presunta truffa avveniva in occasione delle cremazioni che vengono effettuate a seguito delle estumulazioni programmate dei feretri nei cimiteri. Stando ai carabinieri, alcuni comuni bergamaschi (Seriate, Orio al Serio, Gandino, Casnigo, Vertova, Peia, Leffe, Albino e Alzano Lombardo) si sono affidati ad una società esterna (estranea alle accuse) per lo svolgimento di questo servizio. Questa società, a sua volta, espletava il suo compito appoggiandosi a professionisti del settore funerario, che si avvalevano del forno del cimitero nuovo di Cinisello Balsamo per le cremazioni.
Ogni operazione di cremazione comportava un pagamento al Comune di Cinisello: 350 euro in caso di resti mortali o 150 euro (per resti ossei). Secondo le accuse, però, il direttore del cimitero e il suo vice falsificavano le registrazioni (segnando importi minori di quelli previsti), oppure omettevano di compierle.
Così facendo i comuni bergamaschi, ignari di tutto, pagavano la giusta somma per il servizio, ma il Comune quello di Cinisello Balsamo incassava meno di quanto in realtà avrebbe dovuto. Dove finiva il resto dei soldi? Secondo i carabinieri nelle tasche dei due dipendenti pubblici e dell’imprenditore bergamasco, ritenuti gli ideatori del presunto sistema illegale. I tre sono finiti ai domiciliari con accuse che, a vario titolo, comprendono la truffa ai danni dello Stato, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falsità ideologica e materiale compiuta da pubblico ufficiale.

Guadagni per 100 mila euro
Secondo le stime dei carabinieri di Sesto San Giovanni, il presunto indebito arricchimento degli indagati e il contestuale mancato introito per l’ente pubblico di Cinisello Balsamo supererebbe i 100 mila euro, in un lasso temporale che andrebbe dal 2007 al 2010.
Nei mesi scorsi gli inquirenti avevano già compiuto perquisizioni in alcune abitazioni e imprese di persone ritenute coinvolte, acquisendo negli uffici comunali di Seriate, Orio, Gandino, Casnigo, Vertova, Peia, Leffe, Albino, Alzano, anche 8 mila pratiche riferibili alle presunte operazioni illecite che sarebbero state compiute dagli indagati.

Autore: 

Vittorio Attanà

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