L'Autority ha accolto il ricorso contro TelecomIl sindaco: servizio necessario
È un augurio particolare quello arrivato da Napoli a Gandino. Non si tratta di una cartolina per l'anno nuovo, ma della determina 233/10 dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) che ha accolto in pieno il ricorso del Comune di Gandino contro la rimozione della cabina telefonica di piazza Duca d'Aosta nella frazione di Barzizza.
Barzizza esulta
Un esito accolto con soddisfazione dal sindaco Gustavo Maccari (che aveva presentato il ricorso di concerto con la Consulta di frazione, presieduta da Livio Marchi) e dai residenti del borgo che si trova alle pendici del monte Farno.
La direzione Tutela dei consumatori di Agcom nella determina ha confutato la memoria «difensiva» presentata da Telecom, che evidenziava come il numero di chiamate generate dalla cabina di Barzizza nel 2009 e nel primo semestre 2010 non fosse tale da giustificarne la permanenza in loco.
La sentenza, firmata dal dirigente Sergio Del Grosso, segnala invece che «per quanto i dati di traffico della postazione di Barzizza siano contenuti, il principio di ottimizzazione delle risorse esige un contemperamento con le ragionevoli esigenze del luogo, innanzitutto richiedendo la disponibilità nelle vicinanze di un'altra postazione telefonica pubblica disponibile». «Tale disponibilità – scrive ancora Agcom – nel caso specifico non sussiste e tra l'altro l'opponente ha evidenziato anche la mancanza di copertura del segnale radiomobile (per la zona del Farno, ndr)».
Il dispositivo della sentenza sottolinea infine che le ragionevoli esigenze degli utenti del luogo «non possono essere soddisfatte tramite la disponibilità di un'altra postazione posizionata a 2 chilometri di distanza da quella di Barzizza (quella presente sotto i portici del municipio di Gandino, ndr)».
Il caso Moio
La distanza del posto pubblico più vicino è stata alla base delle motivazioni con cui l'Autorità garante ha decretato la scorsa estate anche il salvataggio della cabina a Moio de' Calvi, stimando in una distanza non superiore ai 400 metri il limite accettabile.
Un caso quello di Moio che è finito sotto i riflettori dei media nazionali e che ha finito per fare giurisprudenza in materia.
Il piano di dismissione nazionale aveva avuto il via libera dell'Autorità garante per le comunicazioni lo scorso aprile, vista l'esponenziale diffusione dei cellulari. Sono stati decisi limiti che impediscono la rimozione dei posti pubblici in ospedali, caserme, scuole e rifugi alpini e determinata la possibilità da parte di Comuni e privati di inviare via mail una specifica opposizione alla rimozione delle cabine, sulle quali vengono esposti evidenti avvisi di prossima rimozione.
Il sindaco
«Siamo soddisfatti dell'esito – commenta il sindaco Maccari – visto che si tratta dell'unico impianto pubblico in una frazione molto popolata, con un nucleo storico in cui vivono anche molti anziani che hanno poca dimestichezza con le nuove tecnologie. La cabina è anche il primo posto pubblico utile per quanti si recano sul monte Farno, località frequentata dove non vi sono telefoni fissi e dove è per lo più assente il segnale dei cellulari».
Telecom, che da ottobre aveva sospeso la procedura di rimozione a seguito del ricorso del Comune e dell'apertura del procedimento di Agcom, potrà ora eventualmente proporre ricorso avverso la sentenza al Tar del Lazio.