E Gandino presta al Piemonte gioielli di seta e velluto

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02/11/2006
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In mostra nel Cuneese i tesori del Museo della Basilica di Gandino.
«Seta, potere e glamour - Tessuti e abiti dal Rinascimento al XX secolo» è il titolo dell'esposizione di Caraglio che ospita quattro preziosi paramenti, prestati per arricchire la mostra dove sono esposte decine di manufatti tessili provenienti dai più importanti musei e collezioni del settore d'Italia. La curatrice è Roberta Orsi Landini, studiosa del tessuto di grande fama e responsabile mostre di Palazzo Pitti, che a febbraio ha visitato le collezioni del Museo di Gandino.
La mostra racconta l'evoluzione dei tessuti in seta nei secoli, attraverso l'analisi di tre epoche. La prima analizza manufatti del XVI secolo, quando la seta fu utilizzata per realizzare preziosi velluti o intrecciata con filamenti d'oro, divenendo simbolo tangibile di nobili ed ecclesiastici. In questa sezione è possibile ammirare uno dei pezzi più pregiati di Gandino: il superbo piviale in velluto alto-basso color cremisi realizzato con frammenti di velluto provenienti dalle vesti di un doge o di un procuratore veneziano. Il tessuto deve molto del suo pregio alla splendida cromia di rosso cremisi, assai raro e costoso per via del suo difficilissimo reperimento: era, infatti, ottenuta dal sangue di alcuni tipi di rari molluschi. Il manto già nel 2000 in occasione della mostra giubilare «Antiche sete e argenti d'Europa» si guadagnò la copertina del catalogo, mentre per Cuneo il particolare disegno del tessuto è stato scelto come logo del catalogo realizzato da Silvana Editoriale. Una seconda area della mostra analizza i tessuti di seta cosiddetti «bizzarre», che unitamente ai tessuti con motivi «a pizzo» segnarono una tappa fondamentale nella storia del rinnovamento tessile, come risposta a una latente crisi del mercato europeo, cui era sfuggito il monopolio della seta a causa dei traffici con l'Oriente resi possibili, nel '700, dalla Compagnia delle Indie. In questa sezione sono stati inseriti gli altri tre paramenti di Gandino: una pianeta proveniente dalla chiesa di Santa Croce di seta color azzurro polvere, broccata in oro e argento; una pianeta rosso intenso con disegno di straordinaria profondità, e un ultimo paramento sacro che ha destato la maggiore sorpresa. Si tratta, infatti, di un piviale rosso broccato che pare prodotto proprio con seta di provenienza cinese, lavorata tra il 1710 e il 1720. Proprio il tessuto utilizzato per la confezione dei piviali (una rarità all'interno della mostra) avrebbe raggiunto l'Europa attraverso le navi della Compagnia delle Indie. La terza sezione è, infine, dedicata al fascino della seta e al suo uso negli abiti per le grandi dive del XX secolo: Rita Hayworth, Marilyn Monroe e l'imperatrice Soraya di Persia.
La mostra è allestita all'interno del più antico filatoio di seta del mondo, il cui restauro è stato promosso dall'Unesco, e sarà aperta sino al 25 febbraio 2007.

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