Don Giovanni Botta: con Papa Roncalli una lunga amicizia

Don Giovanni Botta era nato a Cirano e fu legato da profonda amicizia al coetano don Angelo Roncalli

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26/04/2014
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Don Botta con Papa Giovanni

Erano nati, nel 1881, a un giorno l’uno dall’altro: il 25 novembre don Angelo Roncalli, il 26 don Giovanni Botta.
Uniti da un’amicizia che il cammino verso il sacerdozio aveva rafforzato e distinto, continuata anche quando l’uno era diventato Papa e l’altro era rimasto, per ben 45 anni, parroco a Semonte, a cavallo tra Fiorano al Serio e Vertova. Fra Papa Giovanni XXIII e il prete della Val Seriana vi fu anche un rapporto epistolare, semplice e franco. Don Giovanni Botta morì il 25 marzo del 1964, giorno dell’Annunciazione e in quell’anno anche Venerdì Santo. L’amico Papa era morto solo pochi mesi prima, il 3 giugno 1963.
Don Giovanni Botta era nato a Cirano (frazione di Gandino, ma parrocchia autonoma) e di lui tutti ricordano il carattere gioviale e una spiccata intelligenza pratica. Da sacerdote si era fatto amare ed era noto anche per certe sue prese di posizione coraggiose e intelligenti. Protestò insieme ai suoi parrocchiani per il prezzo del biglietto della Ferrovia della Val Seriana, non ebbe timore di scontrarsi con le gerarchie nazifasciste per imporre la processione delle Quarantore e, più tardi, per ottenere che a Semonte fosse costruito un cimitero, in modo che la parrocchia non dovesse dipendere da Vertova.
Papa Roncalli inviò una lettera a don Giovanni, da Castel Gandolfo, il 19 settembre 1959. «Da Semonte e dal Vaticano, credete che innanzi a Dio il merito è eguale…» scrisse il Papa, concludendo il saluto accorato con un «aff.mo vostro Joannes. Vedete come ci incontriamo anche nel nome». Copia della lettera è esposta nella Casa parrocchiale di Gandino, donata alla Parrocchia dalla nipote di don Giovanni, Maria Botta, nel 1982. In calce allo stemma papale, il Pontefice scrisse di suo pugno: «Al caro don Giovanni Botta, parroco di Semonte. Prego di un saluto anche per l’indimenticato e bravo pittore Pietro Servalli ».
L’artista gandinese che ritrasse più volte Angelo Roncalli, dapprima monsignore a Parigi, poi cardinale nella capitale francese e, infine, Patriarca nella città di Venezia. Don Botta si recò anche a trovare il Pontefice.

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