«Diego sarà angelo custode sempre in volo»

Folla in basilica per l’addio al 46enne morto nello schianto in moto. Tanti anche i gruppi, gli enti e le associazioni

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Data pubblicazione: 

09/06/2015
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La basilica gremita
L’uscita del feretro di Servalli sul sagrato

Una lieve pioggia ha accompagnato a Gandino i funerali di Diego Servalli, il 46enne morto venerdì nel tremendo schianto in moto lungo la strada provinciale della Val Gandino. L’infinito corteo di familiari, amici, coetanei, insegnanti e compagni di scuola dei figli, è partito dalla cascina Curino a monte di Cirano, dove Diego viveva con la moglie Silvia e i figli Thomas e Ian, di dodici e quattro anni. Un nido d’aquila meta incessante in questi giorni di incontri e ricordi per quanti nella scuola di volo (divenuta la sua professione), nello sport e nella vita avevano incrociato la contagiosa vitalità di Diego.
La basilica ha faticato non poco a contenere coloro che hanno stretto in un enorme abbraccio anche il padre Giacomo, i fratelli Paolo e Gustavo e gli altri familiari. Il rito è stato officiato dal parroco don Innocente Chiodi e concelebrato dal curato don Alessandro Angioletti insieme a tre sacerdoti che avevano appreso da Diego l’arte di volare con il parapendio, al campo scuola sul monte Farno: don Guido Rottigni, don Alberto Maffeis e don Stefano Piazzalunga. Innumerevoli i rappresentanti di gruppi, enti e associazioni: fra loro numerosi (guidati dal presidente dell’Aero Club d’Italia, Giuseppe Leoni) gli istruttori di volo, in questi giorni nel Lecchese per un corso nazionale nell’area del monte Cornizzolo.
«Il ricordo di Diego – ha sottolineato don Rottigni nell’omelia – è segno di speranza. Ciascuno serberà un pezzo di quell’umanità che Diego spendeva e donava in qualsiasi ambito. Ricorderemo la sua determinazione, la sua volontà di capire e fare le cose bene. “Impara bene, che farai meno fatica” era l’imperativo cui si ispirava e che dovremmo applicare anche alla vita e alla nostra formazione cristiana». Don Guido ha ricordato le giornate di lezione e quelle discussioni «profonde e intelligenti» che andavano sempre al cuore dei problemi. «In quel pulmino che saliva al Farno c’era l’essenza della sua “parrocchia”, con insegnamenti divenuti preziosi anche nella mia attività pastorale ». «Dal cielo – ha aggiunto don Guido rivolgendosi a moglie e figli – Diego sarà un papà premuroso, un angelo custode sempre in volo, forte e puntuale ».
L’emozione dei presenti si è sciolta in un lungo applauso, ripetuto prima dell’uscita dalla chiesa, quando anche don Alberto Maffeis ha ricordato quel «ruvido e generoso uomo con le ali». Intensa la commozione al cimitero, dove il feretro è stato tumulato. I piccoli calciatori della Falco Albino, compagni di squadra del piccolo Thomas che papà Diego seguiva con passione, hanno deposto un cuscino di fiori a fianco della tomba, in cui molti hanno gettato un pugno di terra quale ultimo saluto. Gli ombrelli che si aprivano incerti fra i viali sono parsi per un attimo piccoli parapendii, pronti a volare, nel ricordo di Diego.

Autore: 

Giambattista Gherardi

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