Il valore inestimabile di una raccolta senza eguali, ma anche la conferma dell’importante lavoro di tanti volontari. È giunto a Gandino in queste settimane, addirittura dagli Stati Uniti d’America, Michelangelo La Luna, docente di origini calabresi all’Università di Rhode Island. Scopo del suo viaggio, completare una ricerca che l’ha impegnato negli ultimi diciassette anni.
All’origine della visita la possibilità (attiva da pochi mesi) di consultare on line il catalogo della biblioteca parrocchiale di Gandino, avviato dallo scorso anno tramite il sistema Opac della Regione Lombardia, che indicizza i volumi nel Polo regionale Sbn. La Luna è docente di Italiano e direttore del programma di Ingegneria italiana presso il College delle Arti e delle Scienze dell’ateneo statunitense, dove studiano quasi quindicimila allievi provenienti da più di 40 Paesi.
«Mi sono spinto sino a Gandino - spiega il professore - alla ricerca del numero dell’agosto 1893 di una rivista quindicinale intitolata “Arte e Natura”. Un documento rarissimo, di fatto reperibile solo a Gandino. È stato emozionante poterlo finalmente consultare». Un’emozione condivisa con il giovane volontario Daniele Bacuzzi, che fa parte del team che ha già messo on line titoli e riferimenti utili di oltre cinquemila preziosi volumi. Con lui anche Dolores Torri che insieme a Pietro Gelmi, in anni di certosino lavoro, ha catalogato l’intera dotazione della biblioteca.
A oggi conta più di 22 mila volumi. La formazione dei volontari e il progetto di riordino sono stati realizzati in collaborazione con la Rete dei musei della diocesi di Bergamo, la Fondazione Adriano Bernareggi e il Museo d’arte e cultura sacra di Romano di Lombardia. L’apertura al pubblico della biblioteca (dedicata alla memoria di monsignor Francesco Caccia e posta nel Centro pastorale a pochi passi dalla basilica) è fissata nei giorni di lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle 14 alle 17 (esclusi i festivi), con sala consultazione riservata ai ricercatori.
Non è contemplato il servizio di prestito, per via della rarità e della fragilità di molti dei volumi conservati.