Oltre 50 partecipanti con esemplari rari e allestimenti originali.
Premiata la più vecchia: un’auto del 1983
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Un’invasione festosa, nel segno di un mito che non tramonta.
Sono arrivati a decine, ieri a Gandino, per il primo raduno Panda 4x4 organizzato dalla Pro loco con il patrocinio dei Comuni della valle. Più di cinquanta utilitarie a trazione integrale (rigorosamente della prima serie, dal 1983 al 2003) hanno animato il paese sin dal mattino. Gli organizzatori hanno preferito rinunciare alla salita al Farno lungo la vecchia strada di San Lorenzo, a seguito dell’eccezione sollevata dal consigliere comunale di minoranza Marco Ongaro e legata a un’ordinanza emessa una quindicina di anni fa quando era sindaco.
Il lungo serpentone ha attraversato i centri abitati di Barzizza, Cazzano, Casnigo, Leffe e Peia prima di salire (con vista mozzafiato sui laghi d’Endine e Iseo) al Rifugio della Malga Lunga e scendere successivamente verso Valpiana. «I partecipanti - conferma Ivan Moretti, ideatore del raduno con Mario Canali - si sono detti affascinati del contesto ambientale e monumentale della Val Gandino, chiedendoci di pensare subito a una seconda edizione». L’efficace spot porterà la propria eco in tutto il Nord Italia, dato che gli equipaggi sono arrivati da ogni parte. La parte del leone l’hanno fatta le valli bergamasche e bresciane, ma molti gli appassionati dal Milanese, Liguria e Trentino.
Fra i presenti impossibile non notare auto con fieno e gerla legati sul tetto, o una 4x4 arancione appartenuta all’Anas, ora di proprietà di Daniele Piccolo. Il premio per l’auto più vecchia è andato a Cristina Merla, di Rovetta. «Apparteneva – spiega il padre Luciano Merla, presidente de «La Recastello» di Gazzaniga – a mio suocero, Geremia Massimo Marinoni. L’aveva immatricolata nell’agosto del 1983, pochi mesi dopo l’uscita dei primi esemplari, mezzo ideale per la caccia e la salita al monte Blum. Cristina è addirittura più giovane dell’auto che guida, con immutata soddisfazione».
Fra le auto più originali a contendersi i premi (intitolati fra l’altro alla memoria di Gigio Rottigni e Santo e Gianna Canali) sono stati l’esemplare rielaborato in chiave militare da Massimo Cristini di Marone (Brescia) e quello rosso fiammante di Mauro Fiorini, arrivato da Genova. «È una Panda cabrio del 1987 – spiega Fiorini – allestita da Steyr Puch in Austria su licenza Fiat in poche decine di esemplari ».
L’auto giunta da più lontano è stata però quella di Dimitri Visini, 44, anni, che risiede a Pozza di Fassa, in Trentino Alto Adige. La sua storia unisce idealmente, come saprebbe fare una Panda integrale, le strade della vallate alpine. Il padre Renato è infatti originario di Clusone, la madre della Valtellina. «Ho saputo del raduno su internet – spiega Dimitri – e ho pensato che fosse l’occasione giusta per tornare in Val Seriana, dove ho vissuto l’infanzia ».
Perché una Panda 4x4 va dove ti porta il cuore.