«Da 400 puntate diamo voce a Gente e paesi»

Un lusinghiero ricordo da uno che di paesi ne ha visti molti... (ndr)

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Data pubblicazione: 

27/07/2005
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Giuseppe Lupi: in otto anni abbiamo raccontato la città e le realtà locali di tutta la Bergamasca
Per otto anni ha percorso la Bergamasca da cima a fondo, ed è andato in onda ininterrottamente una volta a settimana totalizzando quattrocento puntate. Puntuale tutti i mercoledì, alle 20.40, e in replica la domenica alle 17.40, ha mostrato ai bergamaschi le bellezze della terra in cui vivono.
Lui è Giuseppe Lupi, ideatore e conduttore della popolare trasmissione Gente e paesi che quest'anno, dopo l'estate, passerà il timone a Francesca Manenti, anche lei volto noto di Bergamo Tv per il suo talk-show pomeridiano Incontri .
Com'è nata l'idea di creare una trasmissione come Gente e paesi?
«In maniera molto semplice. Otto anni fa, l'allora direzione di Bergamo Tv mi chiese di studiare una trasmissione che fosse itinerante, che toccasse tutti i paesi della Bergamasca. Così è nata Gente e paesi , che non parla solo delle bellezze dei paesi dal punto di vista storico-paesaggistico, ma anche della gente perché abbiamo incontrato anche gruppi, associazioni, imprenditori, personaggi che fanno la differenza nelle realtà locali».
Quante persone ha intervistato in otto anni di programmazione?
«Tantissime, circa novemila, e ogni volta è stato come scoprire qualcosa di nuovo. Ogni volta sono rimasto affascinato e conquistato. Attraverso questa gente ho raggiunto uno straordinario arricchimento personale, e accumulato un bagaglio culturale dal valore inestimabile».
Qual è stato il primo paese di cui ha parlato in trasmissione?
«Abbiamo iniziato con Castelli Calepio per poi passare al setaccio quasi tutti i 244 paesi della Bergamasca. Tutte le volte mi sono approcciato ai luoghi e alle persone con l'atteggiamento del bambino che si sorprende sempre di fronte alle cose che vede. Non vorrei sembrare banale ma la nostra provincia è davvero ricca di opere d'arte, musei, centri storici, e purtroppo non tutti i bergamaschi ne sono a conoscenza».
Ci sono paesi di cui non ha ancora parlato?
«Nonostante le tante puntate, ci sono ancora diversi paesi di cui parlare, soprattutto in Valle Brembana».
Ma ci sono posti in cui siete stati più volte però.
«La calendarizzazione delle puntate prevede un ritorno annuale nei paesi più grandi, e un trenta per cento di essi è una presenza fissa».
Quante persone lavorano alla sua trasmissione?
«La trasmissione è fatta quasi esclusivamente da me, poi c'è la troupe formata da un operatore, un aiuto operatore e la post-produzione. Desidero ringraziare tutta la squadra che collabora con me anche perché, dietro ogni puntata, c'è un lavoro di circa venti ore».
Qual è il paese che l'ha colpita di più?
«Diversi, tra questi sicuramente Alzano Lombardo perché ha un patrimonio storico-artistico davvero notevole, e anche Gandino. Qui c'è un museo della Basilica, che raccoglie arte sacra ed etnografica, e ha una media di tremila visitatori all'anno. Una cifra irrisoria, tuttavia ho scoperto che vengono a visitarlo persone persino dalla Francia, e magari nei paesi confinanti neanche sanno che esiste».
Che differenze ha notato tra la gente di città e quella di provincia?
«Su Bergamo città abbiamo girato degli speciali soprattutto a Natale, e devo dire che questa città è come un agglomerato di paesi, ogni quartiere è un paese nella città. Nonostante questa caratteristica, ci sono delle differenze tra la città e la provincia. In provincia, ad esempio, è più facile parlare con le persone perché si vivono ritmi meno frenetici, l'atmosfera è più rilassata e ognuno sa tutto di tutti».
Ha un aneddoto particolare da raccontare?
«Sì, stavamo andando in onda da Urgnano, in occasione della Festa della Rocca che richiama mediamente 30mila persone. Era il 13 luglio, lo stesso giorno del 98° compleanno di mia nonna e, per farle gli auguri, ho sforato di qualche minuto con un fuori programma dedicato a lei. Ci tenevo a farlo perché è stata proprio lei a trasmettermi la passione per la terra bergamasca».
Come mai lascia la conduzione dopo tanti anni?
«Era giusto un cambiamento dopo tanto tempo, ma siamo già all'opera per studiare una nuova trasmissione».
Può preannunciarci qualcosa?
«Posso dire che partiremo da zero, così com'è stato per Gente e paesi , e come in quel caso mi preparo ad affrontare una sfida, non nascondo che avrò un po' di nostalgia, perché otto anni sono tanti, e in questo periodo la gente mi ha rivolto tante manifestazioni di affetto, mi hanno scritto, mandato mail, e per strada mi riconoscono sempre. Tornando alla nuova trasmissione, la nuova serie di puntate dovrebbe occuparsi degli eventi che accadono in Bergamasca e che Gente e paesi non riesce a coprire per motivi di spazio televisivo».

Autore: 

Gina Di Meo

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