Corsa de öf, si riaccende la sfida

Gandino: stasera la competizione, nata da una scommessa tra due diciottenni nel ’31Due in gara: uno corre fino a Fiorano, l’altro raccoglie 100 uova a un metro l’una dall’altra

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04/07/2008
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Attilio Testa raccoglie le uova nel 2003: questa sera giocherà lo stesso ruolo.
Luca Lanfranchi, mentre nel 2007 si cimentava nella raccolta delle uova: quest’anno, invece, corre
A sinistra, dall’alto, Giovanni Bonazzi e Lorenzo Archetti; sopra Pasquale Campana nel ’62
«Diecimila e cento metri». Sono in molti a Gandino a confermare con certezza la distanza che si percorre per raccogliere 100 uova una a una, poste a un metro l'una dall'altra, riportandole al punto di partenza. Non è una strana mania collettiva, ma l'orgoglio di un intero paese per una gara originalissima, che solletica conteggi e raffronti e che all'antivigilia della prima domenica di luglio torna a infiammare le attese di migliaia di spettatori.
Stasera, alle 20.30, si ripeterà infatti la «Corsa delle uova», nata nel 1931 per un'originale scommessa. Una manifestazione nella quale i contorni della sfida agonistica si confondono in quelli della sagra paesana, che quest'anno proporrà anche musica e animazione per l'intera notte nel centro storico di Gandino. I protagonisti dell'edizione 2008 saranno Luca Lanfranchi, 21 anni, e Attilio Testa, 33 anni, due atleti che corrono a livello amatoriale. Il primo ha disputato le ultime due edizioni, alternandosi fra corsa e raccolta con Mattia Lanfranchi, suo coetaneo e due volte vincitore. Testa, invece, è un «veterano», ha corso numerose edizioni della gara, l'ultima nel 2005 quando si impose nonostante fosse impegnato nella raccolta uova, ritenuta più difficoltosa.
Ruggero Bertocchi è la voce della «Corsa de öf» da quasi 30 anni: commenta le fasi della gara al microfono, raccoglie le notizie dei ponti radio e soprattutto tiene aggiornato l'albo d'oro avviato dal compianto Paolo Bombardieri. Così racconta le origini della gara: «Il 19 marzo Gandino celebrava con solennità la Festa di San Giuseppe, e Renzo Archetti e Giovanni Bonazzi, entrambi diciottenni, erano a casa di quest'ultimo per il pranzo a base di öf e scamuscì (uova e germogli di radicchio, ndr) preparato dalla mamma di Giovanni. Le uova sode resistettero ben poco all'appetito dei due e mamma Margherita sottolineò con una battuta la necessità di provare almeno a "guadagnarsi" quel cibo prezioso. Nacque così l'originale scommessa: Giovanni Bonazzi avrebbe raccolto cento uova poste a un metro una dall'altra tra piazza Vittorio Veneto e la chiesa di Santa Croce, mentre Renzo Archetti avrebbe percorso nel contempo (andata e ritorno per un totale di circa 11,8 chilometri) il tragitto verso il passaggio a livello di Fiorano al Serio, dove transitava la Ferrovia della Valle Seriana che Renzo abitualmente utilizzava per raggiungere Milano per lavoro». Archetti vinse quella prima gara e anche la rivincita disputata nel 1932. La scommessa fu riproposta, con protagonisti diversi, sul finire degli Anni '50, e a partire dagli Anni '60 le edizioni si sono susseguite con un ritmo regolare, anche se in alcune occasioni la raccolta uova fu trasferita al campo sportivo o gestita a staffetta. Nel 1981, a 50 anni dalla prima edizione, l'Atalanta Club Valgandino decise di riportare in auge la manifestazione, riproponendo lo scenario canonico di piazza Vittorio Veneto. A rendere più appassionante l'evolversi della sfida è l'idea di seguire con un ponte radio il concorrente podista, per aggiornare costantemente il pubblico, che assiste sulla piazza alla raccolta delle uova. «La Corsa de öf – racconta Bertocchi – non dispone di regole codificate, ma di riferimenti che costituivano i termini della scommessa originale. La linea del via è definita dallo zampillo laterale della fontana di piazza Vittorio Veneto, sul lato verso il Salone della Valle: dal 1999 questa linea ideale è indicata da un'apposita lastra in marmo. Il via ai concorrenti viene dato all'ultimo rintocco delle 20,30 del campanile della basilica. Le uova vengono collocate su appositi mucchietti di segatura lungo via Dante, dove dal 2001 sono stati addirittura inseriti nella pavimentazione i cubetti numerati in marmo bianco che segnalano la posizione di ciascun uovo. Il raccoglitore può decidere a piacere l'ordine di raccolta, ma ha l'obbligo di depositare integre le uova sulla linea di partenza». Da alcuni anni, grazie alla collaborazione del gruppo alpini, al termine della corsa viene servita al pubblico una degustazione a base di uova sode, frittata e vino. «Raccogliamo migliaia di uova grazie alla disponibilità di Cascina Italia di Spirano, Alimentari Bonazzi e Il Fornaio a Gandino, un'idea che negli anni è sempre più apprezzata e consente di dare alla gara il giusto contorno».
Una semplice scommessa è diventata un punto fermo della tradizione: il classico uovo... di Gandino.

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Vi. B.

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