Voto unanime dell'assemblea ritira i contributi a GandinoIn gioco i finanziamenti Bim dell'intera Valle per 20 anni
Stop alla delibera della Comunità montana Valle Seriana con sede ad Albino, datata 22 settembre 2009, che aveva per oggetto la ripartizione dei Fondi Bim per il recupero dello storico palazzo Giovanelli di Gandino. La decisione è stata presa dall'assemblea dei sindaci, riuniti per discutere la questione l'altra sera. In apertura di dibattito è stato chiarito che la delibera, firmata ad Albino a poche ore dall'insediamento del nuovo maxi-ente, impegnava la totalità dei fondi Bim della Valle Seriana, e non solo quelli dei 18 Comuni della Bassa valle. Questo perché l'organo collegiale firmatario deteneva in quel momento la facoltà decisionale sia per i Comuni della Bassa valle che per quelli dell'Alta. Si era parlato di 800 mila euro su 20 anni per il recupero del palazzo: in realtà la cifra in gioco, e che adesso sarà destinata ad altri progetti, sarebbe ben oltre il doppio.
A spiegare la situazione in assemblea è stato Angelo Capelli, capogruppo Pdl in seno alla Comunità montana e sindaco di Ponte Nossa: «Quella delibera impegnava tutti i fondi del Bim per la Valle Seriana, e non solo una parte. Nessuno si sogna ora di danneggiare il Distretto culturale, di cui il restauro fa parte. Il Distretto resta in essere e con lui i finanziamenti della Fondazione Cariplo. Ora scatta una fase di valutazione dei progetti alternativi da finanziare». «Ricordo – ha aggiunto – che i fondi non erano ancora partiti».
La decisione di revocare la delibera è arrivata all'unanimità: 27 voti favorevoli e 7 astensioni (34 i presenti sui 38 dell'assemblea). Significa che anche chi era favorevole alla delibera ha scelto la via della decisione collegiale.
Ha introdotto l'argomento l'assessore al Turismo della Comunità montana, Guido Fratta. «La delibera – ha spiegato – è stata approvata dall'Organo collegiale regionale, del quale facevano parte tre persone: il commissario regionale Giorgio Napoli e i due ex presidenti delle Comunità montane di Albino Bernardo Mignani, e di Clusone Lucio Fiorina, quest'ultimo assente quando la delibera è stata formulata. Tale impegno, quindi, è stato preso da due sole persone, proprio alla scadenza del mandato dell'Organo collegiale e all'insaputa della quasi totalità dei Comuni». Dopo le preoccupazioni sollevate, fra gli altri, dal sindaco di Nembro Eugenio Cavagnis sul «pericolo di veder sfumare un ampio progetto culturale», anche l'assessore ha rassicurato circa il futuro del Distretto che «avrà comunque i finanziamenti della Fondazione. Il progetto di restauro del palazzo di Gandino resta – ha proseguito Fratta – ma sarà ridimensionato a un solo milione di euro, e dovrà essere l'amministrazione comunale a reperire le risorse». Il sindaco di Gandino Gustavo Maccari ha confermato, dicendosi disponibile a impegnarsi per reperire i 500 mila euro necessari per i lavori sul palazzo. «Quello che non ho condiviso – ha però messo in chiaro – sono stati i toni, eccessivamente polemici, utilizzati durante il dibattito delle scorse settimane».
La questione della scelta di destinare fondi a Gandino era stata sollevata dal sindaco di Aviatico, Anselmo Dentella, in una lettera inviata a tutti i Comuni. Lì Dentella metteva in discussione le modalità, scorrette a suo avviso, con le quali si era giunti alla delibera, ma anche il fatto che «tutti i fondi fossero destinati a un unico progetto, oltretutto non montano».
L'altra sera gli interventi, fra gli altri, di Capelli, del capogruppo della Lega Matteo Parsani e di quello del gruppo civico Gianluigi Della Valentina, pur sottolineando la valenza del recupero di Palazzo Giovanelli, hanno rimarcato che «deve essere la Comunità montana a decidere su una somma come quella prevista, impegnata per tanti anni». Maccari, Cavagnis, ma anche il vicesindaco di Peia, Santo Marinoni, hanno invece difeso la delibera, che però alla fine è stata ritirata. Il presidente della Comunità montana, Eli Pedretti, ha dichiarato: «Sugli interventi futuri sarà ora il direttivo dell'ente, con l'assemblea, a decidere. Senza nulla togliere – ha concluso – alla validità del Distretto culturale».