Comune unico della Valgandino: referendum!

«Si risparmia un milione di euro l’anno. Potremmo chiamarlo ‘Comune del Romna’»araberara dal prossimo numero lancia un sondaggio on line e sul giornale

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11/09/2009
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Un Comune unico. Niente Unione dei Comuni. Niente Comunità Montane allargate o ristrette ma un vero e proprio Comune, con un sindaco unico, un segretario comunale unico e tutto quanto c’è in un Comune solo.
E’ la Valgandino e la proposta di farla diventare un unico Comune arriva proprio da uno dei cinque sindaci, Beppe Imberti da Casnigo, non nuovo a provocazioni ma che questa volta fa sul serio, eccome: “Io lancio la proposta ma la lancio adesso che so che altri sindaci della Valgandino sono d’accordo e pronti a partire”.

E chi sarebbero? “Beh, Gustavo Maccari di Gandino è d’accordo e la pensa così anche Giuseppe Carrara di Leffe e noi tre saremmo i sindaci dei tre Comuni più grossi, quindi il discorso sarebbe già chiuso”. Avete già pensato a tutto: “Ci sarà un referendum. Alla fine come è giusto che sia, sarà la gente a decidere, non noi. Anzi. Vorrei che il vostro giornale e il vostro sito lanciassero un sondaggio in tal senso. E comunque io e almeno altri due sindaci della Valgandino vorremmo chiudere il nostro mandato con il referendum sul Comune unico”. Imberti che snocciola i vantaggi: “Cinque Comuni fanno un totale di 17.500 abitanti, diventeremmo il primo Comune della Valseriana con tutto quello che pesa essere il primo Comune di questa valle. E ci sono tantissimi altri vantaggi. Basta pensare a quello che abbiamo ricavato con il distretto del commercio senza nemmeno essere Comune unico, se ci mettiamo assieme sbaragliamo tutti e non è solo una questione economica ma anche storica, sociale e geografica”. Ma non è che si rischia di perdere l’identità dei cinque Comuni? “La Valgandino è sempre stata un’enclave dove i cinque Comuni hanno sempre litigato fra loro e possono comunque continuare a litigare anche stando uniti, i campanili restano, si tratta di litigare come unico Comune e sarà decisamente più facile”.

Quantifichiamo il risparmio in termini di soldi: “E’ valutabile come minimo in un milione di euro all’anno, senza contare la perdita di tempo che c’è ora per decine e decine di riunioni fra Comuni per servizi che si fanno assieme, dai servizi sociali alle piscine, al distretto diffuso del commercio, alla cultura, per non parlare di enti e servizi che sono attualmente a metà fra un Comune e l’altro. Gandino e Cazzano hanno la palestra in comune ma anche la scuola assieme, le piattaforme ecologiche sono utilizzate fra più Comuni, insomma non ha più senso continuare a stare divisi avendo tutto in comune”.
Il nome del nuovo Comune? “Avevamo pensato a Comune di Valgandino ma se dà fastidio a Leffe perché il suo nome non compare potremmo stare fuori da tutto con Romna, dal nome del torrente che tocca tutti e cinque i Comuni, ma poi lo decideremmo tutti assieme”. Così come a decidere se il Comune unico si farà saranno i cittadini che poi dovranno viverci: “Già, alla fine l’ultima parola spetta a loro. Il referendum è la base di tutto, devono decidere loro se dire sì o buttare soldi dalla finestra per mantenere cinque strutture uguali”.

Imberti insiste: “Con il Comune unico avremmo una riduzione del personale non tanto sul fronte impiegati ma quanto sul fronte funzionari. Per Comuni di 3000 abitanti avere funzionari non va bene, costano troppo e si rischia anche di non avere funzionari di valore, se il Comune ha 20.000 abitanti è più appetibile per funzionari di valore e ne basterebbe uno. Un po’ come per i segretari comunali, spezzettiamo tutto e non otteniamo nulla con dispendio enorme di soldi. Penso al PGT, stiamo facendo PGT con tecnici diversi per Comune quando il territorio è unico, sarebbe bastato un tecnico per tutti. Noi con Gandino lo facciamo assieme ma Leffe se ne è preso uno a parte dopo 8 mesi, avremmo risparmiato tutti prendendone uno”. Territorio omogeneo quello della Valgandino: “Un territorio il nostro che viene tenuto d’occhio da fuori provincia. Confindustria è rimasta incantata dalla nostra realtà e ci ha finanziato tutta la parte socio economica del PGT, così come aveva fatto con il Distretto del Commercio”. Resterebbero dislocati sugli attuali cinque Comuni gli uffici per questioni locali: “Per i normali certificati, per tutte le cose urgenti ma anche le sedi delle biblioteche, i cimiteri”.

Discorso parroci: “Non spetta a noi quello. Però c’è una cosa curiosa. La Valgandino anche in quel senso è un’enclave particolare, addirittura c’è stata per anni una disputa sugli oli sacri tra Casnigo e Gandino, noi siamo sede arcipresbiteriale con Casnigo che era incaricata di portare gli oli sacri ma Gandino commerciando con Venezia non voleva essere seconda a nessuno e così chiese al vescovo di Bergamo di poter portagli gli oli sacri, il vescovo gli disse di no. Allora andarono da Federico Borromeo a Milano che convinse il vescovo a dare l’assenso”.
Imberti ride e lancia la provocazione: “Una disputa a livello di diritto canonico non è ancora risolta e se ricucissimo la frattura con il Comune unico?”. Ultima stoccata ad Albino e Clusone: “Valgandino da sola rappresenta la metà della cultura della Val Seriana e se dovessimo diventare Comune unico saremmo davvero il riferimento del turismo culturale di tutta la provincia, altro che Albino e Clusone”.

Leffe - IL SINDACO SCETTICO SULLA PROPOSTA
Cominciamo a unire i servizi Giuseppe Carrara, il sindaco di Leffe non è scaldato come Imberti per il Comune unico: “Imberti può avere tutta la buona volontà del mondo ma certe decisioni non dipendono da noi, non basta la volontà dei Comuni per realizzare una cosa del genere, sono imposizioni dall’alto e attualmente non mi sembra ci siano le condizioni. Stiamo lavorando sui servizi unici con molti Comuni e la cosa funziona, il resto è tutto da vedere”.

Autore: 

Aristea Canini

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