Coertì addio. Dai telai alla terra: Il solco dell’aratro a difesa della Valle

Galeotto fu il mais. È così che Adriano Galizzi lascia la tradizione imprenditoriale di famiglia per diventare agricoltore.
Competenze e qualità sono i criteri base e la sua eccellenza è garantire cibo buono e sostenibile.

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Data pubblicazione: 

12/07/2015
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Adriano Galizzi insegna anche ai bambini l'arte dell'orto
II nonno Adriano con il nipote che porta il suo stesso nome

Era una strada tracciata, la stessa che generazioni di imprenditori in Val Gandino hanno seguito per secoli, sulle orme dei mercanti di pannilana gandinesi e dei "coertì" di Leffe. Lui, Adriano Galizzi, 25 anni di Leffe, ha invece seguito il solco di un aratro e si è dato all'agricoltura d'eccellenza.

Nessuna nostalgia
Figlio e nipote di noti e attivi imprenditori tessili, Adriano è la conferma che il «ritorno alla terra» non è la poetica nostalgia di chi insegue vecchi ricordi, ma un'opportunità concreta per aprirsi nuovi orizzonti. «Nel 2013 - spiega Adriano - mi sono laureato in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano. Dopo due anni di attività nell'industria, quella che era una passione del tempo libero è diventata un lavoro vero».
In famiglia la vocazione è quella del tessile, anche se i bisnonni materni erano rispettivamente mugnaio e agricoltore. La scintilla scocca quando Adriano aderisce alla Comunità del Mais Spinato di Gandino.
«C'era la storia dei primi semi arrivati in Lombardia nel 1632 - sottolinea Galizzi -, ma soprattutto un lavoro appassionato, unito a competenze non comuni sia a livello scientifico che promozionale. Sono personalmente convinto che la qualità paga, magari nel medio-lungo periodo, e in campo agricolo si ottiene con la sostenibilità di ogni passaggio della filiera, tenendo pre sente che il fine ultimo è la possibilità di offrire ai consumatori un prodotto sano, genuino e con valori nutritivi importanti. Siamo fra le poche aziende in Italia a coltivare mais 100% al naturale, senza l'utilizzo di sostanze chimiche in tutte le fasi di coltivazione della pianta, dalla concimazione alla raccolta».

Nell'orto con i bambini
Non è difficile trovare Adriano nei campi coltivati un poco ovunque in Val Gandino, intento nella semina, nel rincalzo delle piante o nel raccolto.
A farla da padrone è l'entusiasmo, lo stesso che mette con i bimbi delle scuole di Gomo. Con loro ha realizzato un orto civico e li ha invitati a Gandino per il raccolto : semi sostenibili in una Valle che cambia.

Il primato cresce fra antiche gallette
L'azienda Agricola di Adriano Galizzi ha sede a Leffe ed è legata in particolare alla coltivazione del mais, la sua prima e vera passione. «Le tecniche di coltivazione — spiega Galizzi - sono quelle da sempre usate in Val Gandino. Con un preciso impegno: non c'è uso di fertilizzanti chimici, ma solo concime organico prodotto dalle mucche della Valle. Per combattere le malerbe non utilizziamo diserbanti, ma interveniamo in campo con sarchiatura e rincalzo, spesso manualmente. Ciò garantisce eccellenza, ma anche maggiori costi e una resa dei terreni più bassa, circa 45 quintali per ettaro».
Nelle ultime settimane l'Agricola Galizzi ha fatto un ulteriore passo in avanti, divenendo produttrice (prima in tutta la Lombardia) di gallette di antiche varietà di mais lavorate a chicco intero, senza alcuna raffinazione della granella. «Restano intatte tutte le proprietà nutritive del mais spiega Galizzi — al contrario di altri casi in cui si parte da mais degerminato, decorticato e spezzato».

 

Autore: 

Giambattista Gherardi

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