Cochabamba in festa saluta il vescovo Gelmi

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Data pubblicazione: 

28/05/2013
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Il vescovo Gelmi durante i festeggiamenti in suo onore a Cochabamba

«Non sono venuto per essere servito, ma per servire e dare la mia vita». Le parole del Vangelo di Marco hanno fatto da incipit, sabato 25 maggio in Bolivia, alla celebrazione di ringraziamento che l’Arcidiocesi di Cochabamba ha dedicato al vescovo bergamasco monsignor Angelo Gelmi, che ha rassegnato le proprie dimissioni per raggiunti limiti di età.
La concelebrazione, con liturgia e canti in lingua quechua, si è tenuta nella «Casa del Catechista », presenti il vescovo mons. Tito Solari, l’ausiliare emerito mons. Luis Sainz, il vicario generale padre Federico Torrico e una ventina di sacerdoti e diaconi. Originario di Gandino e ordinato sacerdote nel 1968, monsignor Gelmi partì per la Bolivia nel 1970, accompagnato da don Martino Campagnoni, con l’incarico di aiutare don Antonio Berta nella Città dei Ragazzi di La Paz. «Vissi in prima persona "il sogno" di don Bepo – ha sottolineato monsignor Gelmi – e vedendo i campesinos delle alture sentii una sorta di chiamata interiore». Per dieci anni visse a Challviri, una comunità campesina. «Mi unii a loro vivendo in una stanzetta con il tetto di paglia e lavorando per costruire la nuova strada».
Monsignor Gelmi ricorda con semplicità il giorno in cui, nel 1985, ricevette l’annuncio che sarebbe diventato vescovo: «Scesi in città per la spesa. Monsignor Berto Nicoli mi disse che il Nunzio Apostolico, arrivato da La Paz, voleva vedermi. Arrivai con la jeep già carica per Challviri: mi disse che il Santo Padre mi chiedeva di assumere l’incarico di vescovo ausiliario di Cochabamba. Ci pensai una settimana e poi accettai, continuando la mia missione e incontrando nuove comunità».
Nel suo apostolato oltre alla profonda sintonia con la gente, si ricorda fra l’altro la creazione dell’Internado di Tapacarì, un istituto che ha garantito casa e istruzione a migliaia di ragazzi. Monsignor Gelmi parla correttamente la lingua «quechua» e ha mantenuto un legame forte con Bergamo e in particolare con la comunità di Gandino, dove ben due curati dell’oratorio ne hanno seguito l’esempio: don Andrea Mazzoleni (parroco di Munaypata a La Paz) e monsignor Eugenio Coter. Quest’ultimo è stato ordinato Vescovo a Riberalta lo scorso 24 aprile, proprio nel giorno dei 75 anni di monsignor Gelmi: un indeale passaggio di consegne. Nel corso della festa di ringraziamento sono stati numerosi gli interventi commossi, soprattutto da parte di famiglie che con lui hanno condiviso gioie e attese.
Padre Alejo Gerling, missionario tedesco, ha testimoniato «stupore e rispetto per quest’uomo, capace di abbandonare immediatamente ogni impegno per aiutare e accompagnare l’ultima persona in difficoltà». Don Pedro, attuale responsabile della Casa del Catechista, ha ricordato «l’invenzione creativa e geniale di momenti di incontro tra varie comunità, come momenti forti di evangelizzazione». Fra i presenti anche padre Sergio Gamberoni, originario di Redona e impegnato a Cochabamba, e i coniugi Manuela e Nicola Zucchelli, arrivati di recente dalla Val Gandino nella parrocchia di Condebamba.
Alcuni balli locali, cui anche monsignor Gelmi si è prestato nonostante qualche acciacco, hanno chiuso in allegria la giornata di festa.

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