Clusone e Gandino in lutto per la morte di monsignor Recanati

Si è spento a 83 anni per un malore improvvisoMezzo secolo al servizio delle due comunità«Uomo forte e generoso, ha lasciato il segno»

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Data pubblicazione: 

02/03/2014
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A Clusone davanti alle nuove  porte della Basilica
A Gandino con Andreotti nel 1981
Messa all’Incontro intervallare

Un uomo forte e carismatico, che ha lasciato un’impronta decisa nelle comunità della diocesi che ha tanto amato.
Si è spento nella serata di venerdì monsignor Alessandro Recanati, arciprete emerito di Clusone e già prevosto di Gandino. A Clusone, dove arrivò nel 1992, era rimasto complessivamente 20 anni, dato che dal 2005 al 2012, dopo aver lasciato a monsignor Giacomo Panfilo la guida della comunità, aveva continuato a vivere nella comunità baradella. Nel settembre 2012, poco prima che a Clusone arrivasse l’attuale arciprete monsignor Giuliano Borlini, le sue condizioni di salute consigliarono il trasferimento a Bergamo, presso Casa Betania.
Nativo di Spirano (2 settembre 1930), monsignor Recanati aveva servito con generosa competenza numerose comunità. Dopo l’ordinazione del 1956 per mano del vescovo Giuseppe Piazzi, fu coadiutore a Bolgare e poi a Zogno. A Gandino giunse nel 1975 e guidò la parrocchia sino al 1992, quando il vescovo Roberto Amadei lo chiamò a Clusone. Nel 1984 ottenne il titolo di monsignore con la nomina a Cappellano di Sua Santità. «È un grave lutto che colpisce tutta la nostra comunità – dice l’attuale arciprete di Clusone, monsignor Giuliano Borlini –. Nulla aveva fatto presagire nell’immediato quanto è successo. Venerdì sera si trovava a cena al Patronato a Bergamo, poi è tornato nei suoi alloggi alla Casa Betania e intorno alle 22 lo ha stroncato un malore.
La notizia ha scosso Clusone, dove è ancora vivo il ricordo di Recanati, per il bene che ha compiuto. La comunità gli è riconoscente». «È stato un uomo capace di aggiornarsi ai cambiamenti dei tempi – racconta l’ex primo cittadino Guido Giudici –, ma soprattutto è riuscito a far coesistere la sua attenzione verso la vita culturale e sociale con la sua missione ecclesiale. Tra di noi c’è sempre stata un’ottima collaborazione». «Non è solo l’arciprete a cui si devono i restauri del complesso della Basilica – evidenzia Pierangelo Giudici, sacrista a fianco di monsignor Recanati durante tutta la sua attività a Clusone – ma ha dato un’impronta forte nella pastorale».

L’impegno a Gandino
A Gandino la sua fu una vera e propria epoca. Fu il primo prevosto per cui (su richiesta della Curia approvata dai capofamiglia) non si provvide all’elezione popolare cui la parrocchia di Gandino aveva diritto da secoli. Fu pastore forte e generoso, impegnato a livello strutturale in importanti interventi, a cominciare da quello che vide nascere, a pochi passi dalla Basilica, il Centro pastorale con annessa Casa parrocchiale, grazie al completo recupero dell’antico palazzo già dei nobili Giovanelli. Riordinò il prezioso archivio storico parrocchiale, la biblioteca, lavorò all’ampliamento del Museo di Arte sacra e ad innumerevoli interventi sulla Basilica, a cominciare dal tetto e proseguendo con la sacrestia e l’organo Urbani-Bossi.
Suo l’impulso anche per l’ammodernamento di oratorio, casa montana di Orenga e chiese sussidiarie. «Viveva con particolare affetto il suo legame con Gandino – ricorda l’attuale prevosto don Innocente Chiodi – e anche negli ultimi anni aveva partecipato alla celebrazione di chiusura del Triduo». Si dedicava anche ad anziani e ammalati, aveva dato vigore e attualità all’impegno dei gruppi e delle Confraternite e sosteneva con entusiasmo la pastorale giovanile. Non è un caso che fra i suoi curati ci siano, per esempio, monsignor Davide Pelucchi (oggi Vicario generale della diocesi), monsignor Eugenio Coter (dallo scorso anno vescovo in Bolivia) e, a Clusone, don Claudio Dolcini, parroco di Sotto il Monte Giovanni XXIII
Anche a Clusone fu imponente il suo impegno per i restauri della Basilica, dei Disciplini e della Casa parrocchiale. Ideale trait d’union fra le due esperienze in Val Seriana fu nel 1993 l’idea dell’Incontro intervallare, che da vent’anni si tiene nella zona della Capanna Ilaria, ai piedi del Formico, al confine montano fra Gandino e Clusone. Lanciò l’idea ad Alpini e Cai, per far sì che si rinnovassero, ogni anno a settembre, i valori umani e morali della montagna.
La salma è composta nella chiesa del Carmine a Spirano. Da qui, domani alle 10, muoveranno i funerali che si terranno nella chiesa parrocchiale. A Clusone è stato organizzato un pullman con partenza alle 7,45.

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