Il segreto per raggiungere il secolo di vita? Una maratona tutti i giorni.
Non si tratta del metodo folle e rivoluzionario di qualche geriatra statunitense, ma di uno degli elementi che caratterizzano la storia di Lucia Gelmi di Gandino, che proprio oggi taglia il traguardo dei cento anni.
Lei è la terza gandinese a raggiungere questo traguardo nell'ultimo anno dopo Carmen Carminati, ospite della casa di riposo, e suor Azaria Ghilardini, residente nel convento delle Orsoline, in via Castello.
La signora Gelmi è nata nel 1907 e nel corso della sua vita si è sposata due volta, senza avere figli. Ma per un po' ha fatto da mamma ai suoi nipoti, i figli del fratello Mario (la famiglia comprendeva altre due sorelle, Maddalena e Angela), che si era trasferito a Torino per lavorare alla Fiat. Nel periodo della Seconda guerra mondiale, però, per fuggire ai bombardamenti i suoi figli fuggirono a Gandino, dove vennero ospitati proprio dalla zia Lucia. Ancora ragazzina, nel 1923, fu assunta al Lanificio Testa, uno degli opifici storici del paese. Dopo aver svolto all'inizio mansioni semplici e umili, fu assegnata al reparto dei mulini tessili.
«Era un lavoro molto duro – spiega la signora, Lucia ancora lucida –: la produzione del cordoncino nel reparto di filatura in cui operavo comportava tantissimi spostamenti, cui si aggiungeva il tragitto verso casa, da ripetere quattro volte al giorno. Ho calcolato che in una giornata percorrevo sino a 36 chilometri».
Lucia ha lavorato al Lanificio Testa per ben 40 anni, fino al 1963. Una fedeltà molto apprezzata e anche premiata: il 17 dicembre 1961 fu infatti convocata alla Camera di Commercio di Bergamo e le venne assegnata la medaglia d'oro del premio «Fedeltà al lavoro». Un momento che lei ricorda «con particolare emozione».
Il traguardo del secolo di vita verrà festeggiato oggi nella casa di via Trieste, dove la signora Gelmi vive da diversi decenni, seguendo i nipoti e lavorando all'uncinetto, sua passione per il tempo libero. A festeggiare con lei ci saranno i sei nipoti: Adriano e Piero Genuizzi che vivono a Gandino con le famiglie; poi Flora, Giovanni e Adriana che arriveranno da Torino. Non mancherà un saluto speciale dal Sudafrica, dove risiede il nipote Luigi. I parenti hanno preparato per l'occasione un cartellone con le foto di ieri e di oggi, una carrellata sui cent'anni della famiglia.
A portare gli auguri della comunità anche il sindaco di Gandino, Gustavo Maccari, e i rappresentanti della parrocchia, a cominciare dal curato don Andrea Mazzoleni, che ha seguito la signora Lucia in questi anni e che il prossimo settembre lascerà il paese per andare nelle missioni diocesane in Bolivia, nella parrocchia andina di Munaypata.
Carichi di affetto saranno infine gli auguri di Sonia, badante ucraina che da oltre sei anni vive con la neocentenaria e la segue con tanta premura. A lei, in questa lieta occasione, va un particolare ringraziamento da parte di tutti i parenti.
Non si tratta del metodo folle e rivoluzionario di qualche geriatra statunitense, ma di uno degli elementi che caratterizzano la storia di Lucia Gelmi di Gandino, che proprio oggi taglia il traguardo dei cento anni.
Lei è la terza gandinese a raggiungere questo traguardo nell'ultimo anno dopo Carmen Carminati, ospite della casa di riposo, e suor Azaria Ghilardini, residente nel convento delle Orsoline, in via Castello.
La signora Gelmi è nata nel 1907 e nel corso della sua vita si è sposata due volta, senza avere figli. Ma per un po' ha fatto da mamma ai suoi nipoti, i figli del fratello Mario (la famiglia comprendeva altre due sorelle, Maddalena e Angela), che si era trasferito a Torino per lavorare alla Fiat. Nel periodo della Seconda guerra mondiale, però, per fuggire ai bombardamenti i suoi figli fuggirono a Gandino, dove vennero ospitati proprio dalla zia Lucia. Ancora ragazzina, nel 1923, fu assunta al Lanificio Testa, uno degli opifici storici del paese. Dopo aver svolto all'inizio mansioni semplici e umili, fu assegnata al reparto dei mulini tessili.
«Era un lavoro molto duro – spiega la signora, Lucia ancora lucida –: la produzione del cordoncino nel reparto di filatura in cui operavo comportava tantissimi spostamenti, cui si aggiungeva il tragitto verso casa, da ripetere quattro volte al giorno. Ho calcolato che in una giornata percorrevo sino a 36 chilometri».
Lucia ha lavorato al Lanificio Testa per ben 40 anni, fino al 1963. Una fedeltà molto apprezzata e anche premiata: il 17 dicembre 1961 fu infatti convocata alla Camera di Commercio di Bergamo e le venne assegnata la medaglia d'oro del premio «Fedeltà al lavoro». Un momento che lei ricorda «con particolare emozione».
Il traguardo del secolo di vita verrà festeggiato oggi nella casa di via Trieste, dove la signora Gelmi vive da diversi decenni, seguendo i nipoti e lavorando all'uncinetto, sua passione per il tempo libero. A festeggiare con lei ci saranno i sei nipoti: Adriano e Piero Genuizzi che vivono a Gandino con le famiglie; poi Flora, Giovanni e Adriana che arriveranno da Torino. Non mancherà un saluto speciale dal Sudafrica, dove risiede il nipote Luigi. I parenti hanno preparato per l'occasione un cartellone con le foto di ieri e di oggi, una carrellata sui cent'anni della famiglia.
A portare gli auguri della comunità anche il sindaco di Gandino, Gustavo Maccari, e i rappresentanti della parrocchia, a cominciare dal curato don Andrea Mazzoleni, che ha seguito la signora Lucia in questi anni e che il prossimo settembre lascerà il paese per andare nelle missioni diocesane in Bolivia, nella parrocchia andina di Munaypata.
Carichi di affetto saranno infine gli auguri di Sonia, badante ucraina che da oltre sei anni vive con la neocentenaria e la segue con tanta premura. A lei, in questa lieta occasione, va un particolare ringraziamento da parte di tutti i parenti.
Data di inserimento:
06-08-2007