Casnigo. Dagli inossidabili del gruppo Egia al Koren: la sottosezione conta oggi 262 soci. Nel ’76 la spedizione in Perù. A ottobre la festa finale
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Una storia importante, che ricorda il passato e guarda al futuro.
Prendono il via questa sera alle 20,45 nel cineteatro dell’oratorio di Casnigo i festeggiamenti per il 70° di fondazione del Cai Valgandino. Il sodalizio, presieduto dal 2014 da Antonio Castelli, vanta da sempre un’attività intensa e articolata, frutto dell’appassionato impegno di tanti volontari che da decenni passano il testimone alle nuove generazioni in un’ideale cordata di valori e amicizia. La sottosezione conta oggi 262 soci, provenienti per lo più da Gandino, Casnigo e Cazzano Sant’Andrea, dopo la nascita, nel 1965, della sottesezione di Leffe.
Data ufficiale di fondazione è il 15 luglio 1946. Il primo presidente fu Vittorio Baroncelli, affiancato, fra i soci fondatori, da Angelo Bombardieri, Gigino Rudelli (poi presidente per circa 30 anni), Renato Buzzetti, Giuseppe Bombardieri, Franco Astori, Benito Campana e Paolo Chiaromonti. Nei primi anni di vita il Cai Valgandino legò la propria attività all’attività sciistica e al monte Farno, complice l’apertura nel 1951 della seggiovia, poi chiusa nel 1974.
Fra i maggiori impegni organizzativi va ricordato il «Raid del Formico », gara di sci alpinismo inserita per vent’anni nel calendario nazionale. La sede sociale, oggi in prossimità del parco Giuseppe Verdi, fu a lungo aperta in piazza Vittorio Veneto a Gandino. A guidare il Cai Valgandino si sono succeduti negli anni anche Eugenio Mecca, Gabriele Bosio, Luca Ruggeri ed Eugenio Zanotti. Particolare cura viene da sempre riservata a sentieri (un esempio la Traversata tra i Pizzi), attività escursionistica e corsi di alpinismo giovanile.
Due anni fa il Cai Valgandino ha ricevuto a Gandino la benemerenza cittadina e mantiene attivo il gruppo dei senior, denominato Egia (Escursioni gruppo inossidabili anziani). «Le pratiche legate alla montagna – sottolinea Antonio Castelli – cambiano continuamente, figlie di sensibilità, contesti e attrezzature in costante evoluzione.
A restare fermi sono i valori di educazione, solidarietà e amore per la natura che il Club alpino italiano difende e promuove. Sono i temi che ispirano la bella esperienza della Baita Monte Alto, ristrutturata negli ultimi anni sui monti della Val Gandino e base logistica per l’Alpinismo giovanile». In seno al Cai Valgandino è cresciuta esponenzialmente anche l’attività di arrampicata indoor del Gruppo Koren, che oltre ad aver tracciato vie attrezzate lungo la falesia di Fontanei, segue le pareti indoor dell’oratorio e delle scuole medie di Gandino.
La serata di oggi a Casnigo proporrà foto storiche e attività dell’alpinismo giovanile, ma anche il film di Gianni Scarpellini relativo alla vittoriosa spedizione del 1976 sull’inviolata parete sud dell’Huandoy, nelle Ande Peruviane. A toccare la vetta a quota 6.164 metri furono Agostino Da Polenza e il compianto Renato Casarotto, in coincidenza con il trentesimo di fondazione del Cai Valgandino. Durante la serata verrà ricordato il casnighese Giuseppe Barachetti, socio e guida alpina, protagonista di numerose imprese in Himalaya sulle Ande, morto prematuramente nel 2005.
Per tutto il 2016 si susseguiranno appuntamenti celebrativi (Tribulino Guazza, Monte Alto e Croce di Corno), serate a tema, il pellegrinaggio a Santiago di Compostela e una mostra fotografica antologica che culminerà il 23 ottobre nella festa conclusiva.