Auguri Lucia, ottant'anni in giro per il mondo con la passione per la poesia

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24/01/2007
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Lucia Rottigni Tamanza a una premiazione.
Guardandola ci si accorge come l'età sia soltanto un concetto numerico che mal si concilia con la giovinezza dell'animo e la luminosità degli occhi.
Perché Lucia Rottigni Tamanza, 80 anni oggi, ha lo stesso sguardo lucente raffigurato nel suo ritratto di giovane ventenne appeso nel salotto della casa di Curno. Cambiano gli abiti, le suppellettili, le atmosfere, ma resta inalterata, quasi fissata nei colori a olio, quella brillantezza ariosa degli occhi che osservano il mondo con l'acume profondo di una poetessa. Perché la poesia è un po' il fil rouge della sua esistenza spesa lavorando come modellista accanto al marito, Augusto Tamanza (nipote di don Francesco Tamanza, rettore storico del Collegio vescovile Sant'Alessandro), nell'omonima e prestigiosa sartoria cittadina di vicolo Bancalegno, boutique elegante di un tempo frequentata dalle famiglie più benestanti di Bergamo. Sfogliando «La ruota e il cigno» (florilegio di tanti versi vincitori di centinaia di premi letterari nel Bel Paese) si respirano emozioni e si concretizzano paesaggi di un passato spesso soppiantato dal ruggito feroce della modernità. Come nella cantica dedicata a Gandino, il suo paese natale: «Un bisbiglio di fonti, l'erba più verde / sempre, l'aprile di smalto era / e il desiderio scalzo vi scivolava». «Scrivere – confida Lucia Rottigni – è stata una vocazione innata. Da sempre ho avvertito la necessità di raccontare, di far partecipi gli altri di sensazioni particolari che altrimenti andrebbero perdute». Nel 1990 con il racconto «Non ci indurre in tentazione» ha vinto la 22ª edizione del Premio letterario «Silarus» a Battipaglia. L'ispirazione più fruttuosa è esplosa intorno ai cinquant'anni (Lucia è restata vedova a 47) e si è alimentata attraverso la passione per i viaggi. «Ho visitato tutta l'Europa, la Russia, l'India, il Nepal, la Cappadocia...». Un elenco pressoché interminabile di luoghi e culture, di profumi e colori, di volta in volta trasformati in letteratura e poesia, battendo i tasti di una vecchia macchina per scrivere elettrica. Cinque anni fa ha voluto da sola conoscere la Cina, macinando centinaia di chilometri a piedi. «Là – dice – sono severi, ma simpatici». Una donna davvero speciale dagli infiniti aneddoti fedele al motto che «verità è amare». Lo stesso amore con il quale la circondano i figli Francesca, Mariarosa, Delia e Marco e sette splendidi nipoti.

Autore: 

Bruno Silini

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