Decine di progetti per la valorizzazione del cereale e del territorio in vista dell’Expo 2015Ieri la firma in Provincia. Da Gandino alla Bolivia, passando per lo «Spirito del pianeta»
Sarà un chicco di mais, al centro del progetto «Meb» (acronimo di «Mais Expo Bergamo»), ad accompagnare Bergamo verso Expo 2015. Ieri la firma del protocollo «Una rete condivisa per la valorizzazione del mais» allo spazio Viterbi di via Tasso, con gli autori del progetto: Provincia di Bergamo, Orto Botanico - Comune di Bergamo, Università di Bergamo, Diocesi di Bergamo, Comune di Gandino, Cra-Mac Unità di ricerca per la Maiscoltura e Comunità mais spinato di Gandino.
«Meb, chiave vincente»
Nel documento le azioni da portare avanti da qui al 2015, per la valorizzazione del mais e del territorio bergamasco: si parte da Gandino per allargarsi alla provincia, all’Italia, fino alla Bolivia. Il mais è il collante, un elemento semplice in grado di veicolare significati più complessi: cultura, identità, alimentazione e comunità, valori legati al tema Expo «Nutrire il pianeta energia per la vita». La firma al protocollo è un punto di partenza per ottenere i finanziamenti necessari per realizzare i 22 progetti messi in cantiere dal gruppo di lavoro (circa 3milioni di euro, finanziabili da diversi enti, dal Ministero dell’Agricoltura all’Unione Europea).
«Il Meb è la chiave vincente, un progetto partito dal basso e sul quale tutti abbiamo lavorato con un obiettivo comune – commenta Silvia Lanzani, assessore Expo della Provincia –. L’aspetto etico e sociale del tema Expo è stato trascurato, ma finalmente si iniziano a fare ragionamenti diversi, non solo legati alla costruzione dei padiglioni a Rho, ma sul tema principale, nutrire il pianeta». «Spero che questo progetto sia l’occasione per dare una voce etica ad Expo – sottolinea Dario Mazzola, collaboratore Celim (organizzazione di volontariato internazionale di ispirazione cristiana)–. Come Celim e Centro missionario diocesano abbiamo già attivato progetti con la Bolivia. Si deve mettere un accento diverso su Expo: nutrire il pianeta anche nelle zone più povere, dando energia alla vita di tutti, per una cultura della condivisione e non dello scarto».
Carico di emozione il commento di Elio Castelli, sindaco di Gandino: «È un’occasione concreta per fare di Expo un punto di partenza non solo in chiave “speculativa”, ma per dare alla nostra terra una centralità che merita, protagonista nel cuore di Expo – dice il primo cittadino –. Il valore inestimabile del progetto è nella rete di collaborazioni che si è sviluppata, punto di partenza è stato il progetto del mais spinato di Gandino».
Orto botanico e biscotti
Il mais non sarà solo a Gandino, ma anche in città, in Val d’Astino, dove in vista di Expo 2015, la società Val d’Astino, Mia e Comune di Bergamo stanno lavorando alla realizzazione di un orto botanico, «per recuperare le nostre tradizioni e agricoltura» spiega Massimo Giudici, consigliere delegato Mia e Val d’Astino. Ad Astino «quasi 5 ettari saranno dedicati ai mais, a partire dai più antichi – spiega Gabriele Rinaldi, direttore dell’orto botanico –. Dietro al monastero ci sarà anche un catalogo vivente con diverse forme di coltivazione biologica».
Il «Parco della biodiversità» ad Astino, insieme alla realizzazione di un «sustainable garden – biointensive method» sono due progetti a cura dell’Orto Botanico che fanno parte dei 22 in cantiere per Expo, sotto la sigla del «Meb». Ad elencarli Filippo Servalli, presidente della Comunità mais Spinato di Gandino, insieme ad Antonio Rottigni, presidente De.c.o. (denominazione comunale di origine) che hanno entrambi sottolineato «il valore del mais per la cultura e coltura del territorio». Foriera di idee la Comunità del mais spinato di Gandino che ha proposto il progetto educativo scolastico «Adottiamo il melgotto», un percorso di un anno e mezzo di formazione sulla terra e la coltivazione, il progetto «Chicco spinato», un cartoon per i più piccoli, la pubblicazione di un volume sul metodo biointensivo (sperimentato in occasione di Bergamo Scienza), «Corn farm interactive game», una «app» con basi scientifiche sulla coltivazione del mais, il coinvolgimento della manifestazione «Lo Spirito del Pianeta» di Chiuduno che a maggio inizierà ad intavolare il discorso Expo alla sua ampia platea (ospite d’eccezione Bob Geldof, cantante e attivista irlandese).
Salute e archeologia
Al centro dei progetti della comunità del mais spinato, il Convento quattrocentesco di Gandino, i cui spazi vengono messi a disposizione delle delegazioni del Sud del mondo di Expo e per ospitare un progetto ambizioso: una «clinica dell’alimentazione, per curare anoressia e bulimia». Già tessuta dalla comunità del mais la rete per il «Network internazionale dei mais antichi e territori» (che comprende sette presidi, da Gandino a Lecco e Treviso). Prevista la realizzazione di piccoli orti botanici nella Valgandino, in collaborazione con l’Orto botanico di Bergamo.
Inoltre, a cura del Comune di Gandino il progetto «la formula del benessere in Valgandino», coltura e cultura in chiave salutistica e a Km 0. Con il Meb e il progetto del Celim si rinforza l’asse Bergamo- Cochabamba, per il recupero archeologico dei granai di epoca Inca nella città boliviana, in uno scambio di colture: mais e quinoa. Educazione e consapevolezza nel consumo alimentare nel progetto a cura dell’Università di Bergamo (Cores) «per ricostruire un sistema di economia locale sostenibile partendo dal suo mais antico».
Fondamentale nel Meb l’apporto scientifico del Cra-Mac, ente di ricerca impegnato sulla sicurezza alimentare, rappresentato ieri da Carlotta Balconi. Numerosi i progetti: dalla produzione di farine senza glutine da mais bianco al confronto tra metodi di coltivazione, la biodiversità del mais e dei cereali.