Anche la Valgandino si mosse per aiutare il Polesine alluvionato

La tragedia sessant’anni fa nella zona dove operava la missione della Comunità dei preti del ParadisoMonsignor Antonio Locatelli: disastro inimmaginabile

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17/11/2011
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Molte in Bergamasca le gare di solidarietà per raccogliere fondi e materiali di conforto da inviare nelle zone alluvionate. A Gandino nei giorni immediatamente successivi all'alluvione fu costituito un Comitato civico, presieduto congiuntamente dal sindaco Giulio Mosconi e dal prevosto mons. Giovanni Maconi. Ne facevano parte i notabili del paese (farmacista, medici, ragionieri) e si occupò di organizzare un centro di raccolta nel Salone della Valle in piazza Vittorio Veneto.
I componenti del Comitato si alternavano a un megafono per richiamare la generosità dei cittadini, che consentì di raccogliere in pochi giorni quasi due milioni di lire, una cifra enorme allora. Il comune chiese ai negozianti di applicare un'addizionale ai prezzi di vendita per raccogliere ulteriori offerte. A questo si aggiunsero anche le mille lire per ciascun dipendente che le fabbriche versarono attraverso Confindustria. Lo slancio generoso si rinnovò nel 1966, all'indomani di un'altra alluvione, nota alle cronache per i danni provocati soprattutto a Firenze. I gandinesi, guidati da don Ponziano Picinali, organizzarono una nuova raccolta, caricando camion e furgoni di coperte e generi vari per il Polesine, pure duramente e nuovamente colpito.
A coordinare il gruppo c'era anche Pino Cazzaro, profugo a Gandino dopo l'alluvione del 1951. Nell'ambito delle celebrazioni per il 150° dell'Unità d'Italia il Comune di Gandino ha organizzato per il 9 dicembre una serata presso la Biblioteca Civica, per ricordare la solidarietà dei gandinesi nelle occasioni più tragiche della nostra storia recente.

Autore: 

G. Ghe.

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