«Al casello? Io prego» Il papà camionista guida la Confraternita

Danilo Donati priore di San Giuseppe «Così ho riscoperto il senso di una fede viva»

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Data pubblicazione: 

19/06/2008
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Danilo Donati con il suo camion
Danilo con la veste da priore
con la famiglia

Riscoprire il valore e il senso della preghiera e della meditazione è possibile. In coda a un casello autostradale, in mezzo al traffico o in tangenziale si può recitare un rosario. Anche se il tuo mestiere è il camionista e anche se alcuni («molti al giorno d'oggi») potrebbero sorridere.
La storia di Danilo Donati, 41 anni di Gandino, è quella di un padre di famiglia che ogni giorno si sobbarca centinaia di chilometri con il suo camion e che dallo scorso aprile è il nuovo priore della Confraternita di San Giuseppe, una delle quattro «scuole» (così vengono ancor oggi chiamate dai fedeli più anziani), che ancora sopravvivono in parrocchia.
Danilo vive a pochi passi dall'oratorio (dove è spesso impegnato in diverse attività, legate anche alla casa montana di Orenga) con la moglie Lucia, di due anni più giovane, e le figlie Francesca di 12 anni, Paola di 8 e Chiara di 2 anni.
«Ho accettato la proposta di rivestire questo ruolo con molta serenità. La nostra Confraternita fa capo alla chiesa di San Giuseppe, in pieno centro storico lungo l'antica via Mirandola. Frequentavo spesso questa chiesa insieme alle bambine, magari per accendere un cero davanti al Compianto che è custodito all'ingresso. È un complesso di statue particolarmente espressivo e introduce efficacemente alla storia di Cristo e del mistero pasquale. Fabio Rinaldi, un giovane che ora mi affianca nel ruolo di vicepriore, quattro anni fa mi fece la proposta di "indossare la veste" e accettai volentieri».
Il quotidiano di Danilo è piuttosto impegnativo, visto che per raggiungere il posto di lavoro (la ditta «Autotrasporti Bortolotti» di Gorle) lascia Gandino alle prime luci dell'alba, per percorrere in lungo e in largo il Nord Italia per conto del gruppo Italcementi.
«Dopo l'incontro con mia moglie Lucia nel dicembre 1986 è nato il mio ritorno alla fede. Allora vivevo a Rovetta, con mamma Addis e papà Cesare, che lavorava come segretario comunale e per questo si era trasferito in vari paesi della provincia. Come molti adolescenti vivevo la fede con un certo distacco, con un senso di noia e inutilità. Il Signore era una cosa secondaria. Grazie a un pellegrinaggio vissuto con Lucia in un santuario mariano, mi riavvicinai alla pratica religiosa e tornò la voglia di riprendere il filo di un discorso che probabilmente non si è mai interrotto».
Ora il nuovo incarico da priore che comporta una particolare visibilità, visto che in occasione delle processioni i Confratelli indossano la divisa e sfilano con stendardi, crocifissi e ferule.
«La curiosità della gente, soprattutto degli amici e dei colleghi è comprensibile. Quando L'Eco di Bergamo ha pubblicato un'immagine della nostra confraternita nella quale ero ritratto, hanno affisso il ritaglio di giornale sulla macchina del caffè degli uffici. Qualcuno ha sorriso, ma la maggior parte ha dimostrato rispetto per questa scelta, intavolando magari ragionamenti profondi sul senso della vita e della fede. Ci sono domande che sono insite nel cuore dell'uomo e che la frenesia del quotidiano non può soffocare per sempre».
Per la Confraternita di San Giuseppe si tratta di un periodo particolarmente importante. Lo scorso anno è stato festeggiato con grande solennità il 5° centenario della morte di San Francesco da Paola, venerato nella chiesa, con la reliquia del Santo giunta direttamente dalla Calabria.
Lo scorso 2 aprile, festa liturgica di San Francesco, è stato consegnato ufficialmente ai 35 confratelli il nuovo Statuto, approvato dal vescovo Roberto Amadei nel giugno 2007. Alla celebrazione ha preso parte anche don Maurizio Rota, di fatto all'esordio dopo la nomina quale responsabile diocesano per le Confraternite, nel ruolo per tanti anni ricoperto con passione e competenza da monsignor Antonio Pesenti. È stato eletto anche il nuovo consiglio che affiancherà Danilo Donati. Sauro Reggiani, cui è andato un riconoscimento per l'attività portata avanti in tanti anni, è stato nominato priore emerito, mentre vicepriore è Fabio Rinaldi e segretario tesoriere Riccardo Calderoni. Consiglieri Angelo Nodari, Marco Maccari e Francesco Ongaro.
Fra i compiti del priore, sanciti dal nuovo Statuto, quello di sovrintendere al buon funzionamento della Confraternita, sia per aspetti materiali quali la convocazione dell'assemblea e la manutenzione della chiesa di San Giuseppe, sia soprattutto per gli aspetti spirituali.
«Le Confraternite non sono formate da santi – conclude Donati –, è naturale, ma sono ausilio prezioso per il cammino di ciascuno. Dobbiamo evitare di portare avanti costumi e tradizioni in quanto tali, ma riscoprire il senso di fede viva che possono ancora trasmettere ai giovani. Credo che davvero i ragazzi e gli adolescenti possano appassionarsi a Gesù Cristo e al Vangelo, e per questo è importante anche l'impegno in oratorio, in un contesto ricreativo che è davvero importantissimo».

Autore: 

Giambattista Gherardi

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